Turchia-Svizzera 2-1
Le lacrime del ct elvetico
A noi cimbri accampati a sud del Ticino, sotto la frontiera di Chiasso, viene quasi da sfottere con Davide Van De Sfross che “l'è mea pö taant bèll/ vèss fiöö del Guglielmo Tell…”
Turchia-Svizzera 2-1
A noi cimbri accampati a sud del Ticino, sotto la frontiera di Chiasso, viene quasi da sfottere con Davide Van De Sfross che “l'è mea pö taant bèll/ vèss fiöö del Guglielmo Tell…”. Ma poi no, non si può proprio maramaldeggiare davanti agli occhi pieni di pioggia di Koebi Kuhn, il ct degli elvetici, che stasera ha un altro motivo per piangere, certo più facile da consolare, ma lui in questo momento non lo sa, sono lacrime e pioggia e nient'altro. Ci sono tre turchi nella Svizzera, ed è uno di loro a far gol, Yakin. E se lo meritano il vantaggio in questa battaglia d'acqua e campale. Ma il passaporto e l'integrazione non bastano a guadagnarsi l'Europa del calcio. I turchi, le furie di Arda e Semih e dell'imperatore Terim hanno più fame di confini, più voglia di conquista. Così è quel gol preso quasi per sbaglio, per sfinimento, al 92esimo, che manda avanti loro, nel cuore dell'Europa. E ai rossocrociati sconfitti resta solo lo sguardo perso sulla piana allagata del Sank Jakob Park, il paesaggio dopo la battaglia di Basilea è ora terra dei turchi, quelli veri.
Il Foglio sportivo - in corpore sano