Analisi di Martin Feldstein sul Wall Street Journal
Se si promette più petrolio domani, il prezzo scenderà
Per abbassare i prezzi del petrolio oggi, bisogna promettere più petrolio domani. Ci vogliono nuovi investimenti, non regole antispeculazione.
Per abbassare i prezzi del petrolio oggi, bisogna promettere più petrolio domani. Cioè, ci vogliono nuovi investimenti, non regole antispeculazione. Il paradosso lo esprime Martin Feldstein, già capo del Council of economic advisers di Ronald Reagan, sul Wall Street Journal di oggi. La tesi dell'intellettuale americano è che le quotazioni attuali del greggio riflettono le aspettative future: poiché tutto suggerisce che la richiesta delle economie emergenti crescerà nei prossimi anni, mentre l'offerta èconsiderata piuttosto rigida, i mercati finanziari trainano il barile verso l'alto. “Quando i produttori petroliferi – ha scritto Feldstein – hanno concluso che la domanda in Cina e alcuni altri paesi crescerà nei prossimi anni più rapidamente di quanto ci si attendeva, ne hanno dedotto che i prezzi futuri saranno più alti del previsto. Hanno quindi risposto riducendo l'offerta e facendo salire i prezzi spot in misura tale da riportare la crescita dei prezzi attesi in linea col tasso originario”. Questo vuol dire che la speculazione è, come sostiene il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, la peste del ventunesimo secolo? Il contrario, semmai. La finanziarizzazione dei mercati svolge due funzioni essenziali. Primo: consente una più efficiente distribuzione dei rischi. Secondo: rende ancor più visibile l'urgenza di investimenti in nuova capacità produttiva, e quindi – se lasciata libera – ha l'effetto di accelerare la soluzione del problema. La caccia agli untori non può funzionare oggi, come non poteva funzionare nel diciassettesimo secolo.
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