Parla Franco Giordano

La nuova stagione del Prc sarà più veltroniana che comunista

Salvatore Merlo

“Aborro la cultura forcaiola”. Per questo l'8 luglio Franco Giordano, ex segretario di Rifondazione comunista, sarà in piazza: “Ma contro il governo, non per opposizione manettara a Silvio Berlusconi”. E in verità agli osservatori la partecipazione di Giordano sembra un atto dovuto, per evitare l'ennesima spaccatura del partito.

    Roma. “Aborro la cultura forcaiola”. Per questo l'8 luglio Franco Giordano, ex segretario di Rifondazione comunista, sarà in piazza: “Ma contro il governo, non per opposizione manettara a Silvio Berlusconi”. E in verità agli osservatori la partecipazione di Giordano sembra un atto dovuto, per evitare l'ennesima spaccatura del partito, che vede l'area di Paolo Ferrero tutta schierata con i girotondini. Perché a Giordano – dice chi lo conosce bene – Antonio Di Pietro non piace, sono antropologicamente agli antipodi. E lui un po' lo confessa al Foglio: “Ho idee opposte”. “Quella dei girotondini – spiega – è una visione giustizialista e parziale. Vedo un vuoto di strategia. Per fare una sana opposizione non può esserci soltanto l'esaltazione dell'anomalia Berlusconi. Piuttosto – obietta Giordano – si contesti con puntualità la politica economica piegata alla Confindustria e ci si opponga alle squallide politiche securitarie e all'orrore della schedatura imposta ai bambini rom”.

    Così, annunciando il proprio ritiro perpetuo “da ogni incarico direttivo nel partito”, l'uomo che ha retto Rifondazione nel travagliato passaggio al governo con Romano Prodi, descrive l'immagine del Prc che vorrebbe. Ed è quello di Nichi Vendola. Una Rifondazione solida, ma all'interno di un “più largo campo della sinistra”. Una forza in grado di confrontarsi con il Pd e rilanciare un'idea d'opposizione non schiacciata sul dipietrismo ma capace di contrapporre al governo una idea “sociale ed economica” alternativa. “Questo adesso manca al Pd veltroniano – dice Giordano – vagano nel buio, senza un'idea chiara”. Al Pd postrebbe offrirla Vendolaquesta idea? “Non siamo così presuntuosi, stiamo a vedere l'evoluzione dei rapporti”.

    E si parla di nuove (vecchie) alleanze: il Pd in difficoltà con l'alleato Di Pietro dialoga con l'Udc, ma anche molto con la sinistra. Così Giordano conferma una notizia circolata in questi giorni: “Ho incontrato Walter ricevendone assicurazioni sulla legge elettorale europea, abbiamo concordato sullo sbarramento al tre per cento”. C'è da fidarsi? “Forse no, dopo lo scherzo delle politiche – dice ridendo – Ma se davvero si vuole riaprire il confronto – conclude – la strada riguarda anche il modello economico offerto dal Pd. Stanno con Calearo? Con Colaninno? Con la Fiom? Insomma si chiariscano le idee”. Un percorso di riavvicinamento che passa prima di tutto dal congresso del Prc, che avrà termine il 25 luglio con la scelta definitiva tra gli opposti orizzonti offerti dai duellanti Ferrero e Vendola.

    E a proposito di congresso, Giordano esordisce con uno starnuto e si scusa: “Sai – dice – qua da noi ci sono troppe correnti”. Si riferisce alla battaglia velenosa che sta lacerando il partito dopo l'addio di Fausto Bertinotti. Ieri la corrente di Ferrero ha ottenuto l'annullamento di una consultazione cittadina, a Reggio Calabria. “Dove – ironizza Giordano – guarda un po' vincevamo noi”. Un gesto “illegale e inaccettabile” – dice – che conferma il clima da separati in casa.

    Ma chi vince? “Nichi”. E spiega la differenza che passa tra i due avversari: “Paolo immagina un partito più piccolo e dunque, temo, minoritario. Nichi invece propone una grande sinistra di massa” e un partito senza correnti. Che si allei con il Pd? “Dipende molto dal Pd”. Già perché per il momento Veltroni dialoga con Casini. Voi? “L'Udc è un partito composto da gente che stimo e con la quale – aggiunge imitando un'espressione di Veltroni – possiamo parlare pacatamente e serenamente di legge elettorale e modello istituzionale. Tuttavia – conclude – vedo difficile un confronto sui temi economici”. Si può immaginare un ritorno, anche in forma rivista, dell'Unione? “E' presto per dirlo, anche se – aggiunge – in politica le cose cambiano rapidamente”. C'è chi sostiene che Prc e Pd potrebbero riavvicinarsi alle europee. “Con Walter abbiamo parlato – ripete – Il 14 incontrerò D'Alema alla fondazione ReD”. Il Prc preferisce D'Alema a Veltroni. “Questo l'hai detto tu”.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.