Dovranno decidere se ospitare le prostitute nel palazzo

In vista svolta erotica per le assemblee di condominio

Stefano Di Michele

Nella storia dell'occidente, per la prima volta rischiano di diventare interessanti pure le riunioni di condominio. Sono quelle adunate, di solito tenute nell'atrio del palazzo dove si va ravanando tra millesimi e parti comuni, caldaie asfittiche e ascensori sussultanti – senza contare il cane dalla signora del quinto piano: piscia per le scale, la bestia.

    Nella storia dell'occidente, per la prima volta rischiano di diventare interessanti pure le riunioni di condominio. Sono quelle adunate, di solito tenute nell'atrio del palazzo – ché nessuno ha cuore di aprire le porte di casa: c'è sempre un vicino che sta sulle palle a un altro – dove si va ravanando tra millesimi e parti comuni, caldaie asfittiche e ascensori sussultanti – senza contare il cane dalla signora del quinto piano: piscia per le scale, la bestia. Al massimo un luogo di tigna, mai assolutamente un luogo di fasto. Così, per dire, tutto è stato eroticamente rivalutato – dal gommista all'onorevole e nientemeno al giornalista – ma si è mai sentito di un arrapamento per l'amministratore condominiale, di un'accensione di sensi piuttosto che di caldaia? Hanno beccato una coppia che nientemeno pomiciava dentro un confessionale, in chiesa, ma mai avvistati due avvinghiati durante la discussione per l'installazione dell'autoclave. Un luogo di nessuna fascinazione, l'assemblea condominiale, di spalancata noia. Dovere condominiale andarci – la parola dice tutto, così che il genio di Carmelo Bene, per esempio, trovava apposita metafora per meglio calcare un preciso concetto: “La democrazia è condominiale…”. Ma sta per mutare la triste sorte, e il luogo del tedio perfetto potrebbe miracolosamente trasformarsi: a) in arena di accesi confronti; b) in spazio di peccaminose aspettative. Insomma, l'atrio come l'antro dell'inferno, dove il pensiero dell'atto impuro non meno del desiderio della donna d'altri (onestamente: di molti altri) potrebbe produrre uno scavalcamento su tematiche quali lo stato del vano scale e la soppressione del servizio di portierato. Il merito, ovviamente, è dell'iniziativa governativa. Il disegno di legge del ministro Carfagna – che finalmente punta pure ai clienti – mira a far sparire le prostitute e i trans dalle strade. Facciano pure in casa, se devono (e naturalmente se vogliono). E qui, la questione che potrebbe rendere appassionante la grigia adunata condominiale. Perché una mignotta, per poter esercitare nel palazzo, ha bisogno dell'unanimità – più o meno, come quando si deve risistemare il terrazzo della palazzina. Basta che un solo condomino metta bocca (diciamo), e non potrà più farlo la professionista. Sarà allora tutto un attizzarsi d'interesse per la convocazione dell'amministratore. Dove prima si delegava la consorte, si tenderà ad andare di persona, casomai dovesse inaspettatamente profilarsi all'orizzonte una mite Cabiria felliniana o più probabilmente un puttanone di nuovo conio, una dolente “Princesa” come quella cantata da De Andrè, “mi paro gli occhi con le dita a immaginarmi/ tra le gambe una minuscola fica” o una più universale “Bocca di Rosa”. Sarebbe davvero un magnifico parapiglia, più grande di quello generato dal cane incustodito che scacazza nei pianerottoli. Certo, il sussulto del buonsenso, fino a quel momento tutto impiegato nella disputa sull'antenna centralizzata, e magari pure il sobbalzo dell'ipocrisia. A occhio e croce, visti i dati – milioni e milioni di clienti – facile che nella discussione finisca pure un affezionato utente del nuovo inquilino. Parrebbe una comodità, il servizio a due rampe di scale, ma la quiete familiare purtroppo vuole la sua parte. Certo, il trambusto, a voler esercitare in condominio, sarebbe inevitabile: la signora Maria torna con la busta della spesa, lo zozzone di turno le sfila l'ascensore da sotto gli occhi. Un evento mediatico di proporzioni immense, quello di un caseggiato che all'unanimità decidesse per “Libera puttana in libero edificio”: magari trova una sponsorizzazione per rifare la facciata. Comunque, il progetto governativo ha questo dato certo: definitivo accreditamento sociale della disputa condominiale, sdoganamento della mesta pratica e assunzione nell'Olimpo dei luoghi della neo modernità. Poi, finirà così: piuttosto che la zoccola, rimettiamo la gettoniera nell'ascensore…