Così sul Web difendono la vita di Eluana
La difesa della vita di Eluana viaggia anche sul web. Raccolte firme on line e blog che invitano a portare la propria bottiglia in piazza del Duomo. O almeno a lasciarne una virtuale sulla Rete.
La difesa della vita di Eluana viaggia anche sul web. Ieri Scienza & vita, l'associazione che si batté per l'astensione consapevole al referendum sulla procreazione assistita, ha lanciato un appello per dire “No alla prima esecuzione capitale della storia Repubblicana italiana, no alla sentenza di morte pronunciata da alcuni giudici italiani contro Eluana Englaro”. Il testo, già sottoscritto anche da diverse organizzazioni cattoliche e/o pro life, è disponibile sul sito www.scienzaevita.org e le adesioni vanno inviate a [email protected]. La raccolta firme all'indirizzo www.firmiamo.it/eluanaenglaro, promossa dall'associazione torinese Due minuti per la vita, ha già superato quota 1500 sottoscrizioni in pochissimi giorni. “Togliere la vita ad una persona, - si legge nell'appello - solo perché malata o disabile o incosciente, é una pratica inaccettabile in ogni paese che voglia continuare a rientrare nel novero di quelli civili”.
La battaglia tra i blog pro e contro la sentenza è appena cominciata. E' nato Una bottiglia per Eluana, dove con un post è possibile lasciare la propria bottiglia: "Non posso lasciarla davanti alla chiesa, la metto qui", si legge in home page. Anche Salvatore Crisafulli, l'uomo colpito dalla sindrome Loked.in che è uscito dallo stato vegetativo dopo due anni e che qualche mese fa scrisse a Napolitano chiedendo di essere aiutato a vivere, ha dedicato a Eluana una lunga lettera sul suo sito Internet, dicendo che la sua condanna a morte "cancella le nostre speranze". Tra gli altri blog che si schierano con il diritto di Eluana a vivere, quello della Società chestertoniana italiana – il blog “dell'uomo vivo” – chiede di aderire all'appello di Scienza & vita e all'iniziativa lanciata dal Foglio. Su Facebook - il sito principe del social networking che ha conquistato anche le campagne elettorali - sono già tre i gruppi dedicati a Eluana. E se uno - che ha scelto l'ambiguo nome “pro Eluana Englaro” - sostiene il “diritto di questa povera ragazza” a morire (ovvero ad esser uccisa) come “questione di civiltà” e un altro chiede di “liberare Eluana”, i membri iscritti a “Eluana Englaro: una Vita degna!” sono arrivati a 56 in due giorni. Nella descrizione del gruppo si legge: “Per essere vicini alla sofferenza di Eluana, per far sì che la voce del valore della vita urli ‘basta' a chi calpesta la dignità umana!”. Gli amministratori parlano di “omicidio”, di “sentenza di morte”. E dai post rilanciano l'iniziativa del Foglio “Acqua per Eluana”.


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