Congressi di partito a Salsomaggiore, Chianciano e Montecatini

Sinistra alle terme, così i compagni risorgono dai vapori dei banja

Massimiliano Lenzi

Compagni, ripartiamo dalle terme! C'è qualcosa di ancestrale, un ritorno al passato, nei congressi di quello che resta della sinistra comunista italiana: nella doppia versione Pdci e Rifondazione, in quella socialista e persino nei Verdi.

    Compagni, ripartiamo dalle terme! C'è qualcosa di ancestrale, un ritorno al passato, nei congressi di quello che resta della sinistra comunista italiana: nella doppia versione Pdci e Rifondazione, in quella socialista e persino nei Verdi. I congressi della resurrezione, dopo la fine dell'Arcobaleno, si sono svolti (o si svolgeranno) tutti in cittadine termali. Salsomaggiore, provincia di Parma, con i suoi bagni rilassanti per i Comunisti di Oliviero Diliberto che hanno bandito il lambrusco e riscoperto il centralismo democratico, anticipando Miss Italia che di Salsomaggiore è il simbolo da anni assieme al patron Enzo Mirigliani ed alle mamme commosse per le figlie in gara. Chianciano, nel senese, mille fonti adatte alla cura del fegato per Rifondazione, stiracchiata tra Nichi Vendola e Paolo Ferrero, e per i Verdi dell'ex capo Alfonso Pecoraro Scanio e della nuova leader Grazia Francescato.

    Montecatini Terme, sempre in Toscana, regione rossa, terra di cavalli, di belle donne russe e di acque miracolose contro la stitichezza per i socialisti di Enrico Boselli in attesa di un futuro. La cosa che più identifica i congressi “curativi” di Pdci e Rifondazione (i socialisti e i verdi sono, da questo punto di vista, eretici) al di là del bicchiere d'acqua da bere o del messaggio caldo caldo, è la semantica sottotraccia del fare politica con e nelle terme.
    Andando a ritroso di qualche decennio, verso oriente, nell'URSS, l'Unione delle Repubbliche sovietiche e socialiste, viene in mente che la Banja, il bagno caldo, è molto di più di un semplice lavaggio. Risalente al Medioevo, quando la donna-infermiera si dedicava con devozione al suo signore, curandolo nel corpo e nella schiena, la banja è un susseguirsi di torridi scrosci di vapore seguiti da immersioni gelate. Un appuntamento fisso, per i colonnelli sovietici e per la nomenklatura dell'Impero del Comunismo possibile. Per non parlare poi, dei paesi satelliti, quel puzzle eterogeneo che una volta formava il Patto di Varsavia e tracciava il confine della Cortina di ferro.

    In Bulgaria, nella regione di Plovdiv, c'è una città termale, Hissarya, le cui acque sono indicate per i disturbi renali e intestinali. Una mano santa. Bene, qui, nei primi anni Ottanta, quelli del declino brezneviano, i vecchi rottami dell'esercito ed i dirigenti del Partito comunista bulgaro, con la pancia gonfia e tante medaglie appese al petto si sdraiavano su giganteschi lettini pronti a farsi massaggiare nelle pause della guerra al capitalismo. Nei vari stabilimenti sparsi per la città si aprivano dedali di piccole celle con vasca, sdraio di tortura mascherate da vacanze estive. I compagni di oggi, invece, preferiscono Chianciano, sarà per il fegato che ne ha inghiottite troppe: la fine del sogno della rivoluzione, il tentativo di non farla morire, giù giù sino ad arrivare ai dettagli di casa, tipo nessun parlamentare eletto. I verdi, invece, a Chianciano ci passano perché si trova immerso nelle bucoliche di Toscana e l'aria è tanto buona. Quanto ai socialisti – beh, pure loro non stanno molto bene anche se la banja non l'hanno mai amata. Sarà per questo che hanno scelto Montecatini; perché va bene combattere la stitichezza ma almeno la sera ci sono le corse dei cavalli e le belle donne non guastano mai. Tovarisch si, senza esagerare.