Difesa cinese

Annalena Benini

Le massaggiatrici cinesi che girano per le spiagge con il cappello bianco, la boccetta d'olio e il sorriso tatuato sono illegali, lo ha deciso il ministero del Welfare. Multe, carabinieri, allontanamenti, fughe, proteste di qualche bagnante che si era affezionata.

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    Le massaggiatrici cinesi che girano per le spiagge con il cappello bianco, la boccetta d'olio e il sorriso tatuato sono illegali, lo ha deciso il ministero del Welfare. Multe, carabinieri, allontanamenti, fughe, proteste di qualche bagnante che si era affezionata e quasi convinta di avere, per dieci o quindici euro, una massaggiatrice personale proprio come Madonna. Tra tutti gli orrori cinesi questo non sembrava così orribile: né grave violazione dei diritti umani dei massaggiati, né terribile discriminazioni femminili verso le massaggiatrici, né utilizzo di manodopera infantile. Vige sì il regime unico del massaggio, nel senso che le ambulanti orientali ne fanno uno solo, molto energico, veloce e improvvisato, e non è dato sapere che tipo di olio utilizzino, ma tutto sommato è un crimine sopportabile.

    Soprattutto è qualcosa di cui sparlare, una mezz'ora di spiaggia investita in un lusso molto pop, un passatempo pettegolo (perché mentre ci si fa massaggiare le signoremie degli ombrelloni vicini – anzi, affastellati – commentano, invidiano, oppure scuotono la testa dicendo che non è igienico e che le cinesi dovrebbero usare guanti usa e getta, portare diplomi di massaggio, certificati medici, sterilizzatori, lettini, mascherine, camici, come se dovessero fare un trapianto di cuore invece di dare qualche pacchetta sul sedere).

    E' successo, sì, che un conoscente dopo un massaggio cinese sulla spiaggia si sia dovuto operare d'urgenza a un ginocchio per un dolore che da quel momento ha continuato a crescere fino a diventare insopportabile, e le leggende estive raccontano di vari ricoveri in ortopedia per quei dieci euro di relax, ma se si è già malconci in partenza, se si è vacanzieri mezzi morti, non è il caso di affidare i propri arti alle ambulanti. Se invece si sta abbastanza bene e ci si annoia moltissimo, in queste spiagge attrezzate così perfette per i bambini e così devastanti per il resto dell'umanità, posti davvero comodi e rilassanti in cui la massima botta di vita è chiacchierare con le badanti colombiane delle signore ultranovantenni in bikini (alcune elette miss spiaggia, perché non esiste competizione), o con le baby sitter o con i venditori di cianfrusaglie (illegali anche loro, naturalmente, ma quest'anno hanno ombrelli imperdibili), allora un massaggio cinese è davvero una gran consolazione.

    Le altre massaie e le mani illegali. Mentre si giura: mai più vacanze così (e si è già prenotato l'ombrellone in prima fila per l'anno prossimo, perché sennò poi non si trova ed è un dramma), si possono almeno scandalizzare le altre massaie servendosi delle mani veloci, illegali e sguantate di un'orientale gentile. Le massaggiatrici cinesi sono sempre vestite, hanno i pantaloni lunghi, le scarpe, la camicia, il cappello, sono silenziose, non raccontano nei dettagli i propri tornei di burraco, non hanno giganteschi tatuaggi tribali che spuntano da ogni lembo del costume da bagno, non mettono il perizoma alle figlie di cinque anni, non ordinano champagne e cozze da succhiare all'ombrellone e con abnegazione si adattano a massaggiare qualunque deformità. Il sorriso della massaggiatrice è inquietante, è vero, ma le vicine di ombrellone sono molto peggio e hanno quantità di cellulite esposte senz'altro fuori legge per cui andrebbero bandite dalle spiagge insieme agli ambulanti, incarcerate, multate, o almeno costrette a coprirsi e a farsi fare dei massaggi.

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    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.