Il diario della convention di Denver

Ma quali neonazisti, il vero problema di Obama è ancora Hillary

Christian Rocca

Mentre l'Italia si appassiona a un tentativo di assassinare Obama perfetto per un film dei fratelli Coen, al Pepsi center di Denver va in onda la prima giornata politica su economia ed energia della convention democratica. C'è stato il grande discorso di Hillary, ma la ex first lady non ha incoronato Obama. Hillary ha voluto ribadire che "era lei quella che stavamo aspettando". Capita che ci sia quell'altro, votiamolo lo stesso. Ma, come hanno subito detto quelli della campagna di Obama, "non ha mai detto che Obama è pronto a guidare il paese".

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    Mentre l'Italia si appassiona a un tentativo di assassinare Obama perfetto per un film dei fratelli Coen, al Pepsi center di Denver va in onda la prima giornata politica su economia ed energia. E molti attacchi durissimi a McCain. Entusiasmo per il bizzarro Dennis Kucinich, quello che ha visto gli Ufo nel giardino di casa di Shirley McLaine. Bob Casey ha avuto la battuta della giornata: "They want four more years, how about four mode months". Deludente il keynote speech di Mark Warner (sembrava Corrado Guzzanti che fa Francesco Rutelli), noioso e imbarazzante al confronto con quello di quattro anni fa di Obama. Pare che si sia rifiutato di attaccare McCain e, per questo, sia stato anticipato alle sette di sera. L'unica cosa che comunque Warner ha detto è stata: non è un voto tra destra e sinistra, non è un voto tra conservatori e liberal, ma tra passato e futuro.

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