W., non cincischiare: qui serve la legge antiorigliamento
Guardiamo il dettaglio, e il diabolico che come sempre è chiuso nel dettaglio. Walter Veltroni dice da Denver, Colorado, che Romano Prodi fa bene a rigettare la solidarietà pelosa di Silvio Berlusconi per quella storia piccina piccina e umanissima di intercettazioni & raccomandazioni, perché “sarebbe bastato che Panorama non pubblicasse i nastri".
Guardiamo il dettaglio, e il diabolico che come sempre è chiuso nel dettaglio. Walter Veltroni dice da Denver, Colorado, che Romano Prodi fa bene a rigettare la solidarietà pelosa di Silvio Berlusconi per quella storia piccina piccina e umanissima di intercettazioni & raccomandazioni, perché – si lascia sfuggire - “sarebbe bastato che Panorama non pubblicasse i nastri registrati”. Ma non ci avevate spiegato che la libertà di stampa è quella famosa schiena dritta opposta dal buon giornalista al cattivo editore, e impuro, che vuole usarlo a scopi di business o politici? E ora apprendiamo che Berlusconi avrebbe dovuto chiamarsi il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, e dirgli che non era il caso di pubblicare le conversazioni familiste di Prodi intorno ai progetti di suo nipote, perché le esigenze superiori del momento politico imponevano una qualche tregua, e magari sarebbe stato bene far circolare la notizia dell'esistenza di quei nastri, riservatamente, e tentare di trarne qualche vantaggio mediante la non pubblicazione. Le stesse fonti moralistiche di sempre ora ci comunicano che le schiene dei direttori devono essere flessibili e il comando degli editori non deve conoscere incertezze. Almeno quando è in gioco, presuntivamente, la loro reputazione.
Per i nipotini di Enzo Biagi, per i sindacalisti del giornalismo tosto e indipendente, per i tenori pasticcioni del conflitto di interessi un'altra occasione perduta per riflettere con sensibilità politica e istituzionale su uno dei grandi, grandissimi problemi della libertà civile in Italia. Bisogna infatti liberare la stampa dall'abitudine a pubblicare le intercettazioni, bisogna ricostruire quella famosa opinione pubblica invocata da Moretti e Scalfari, che deve essere fondata sui fatti e non sugli origliamenti e i pettegolezzi e le interpretazioni paragiudiziarie più o meno calunniose, sennò è sempre Piazza Navona; ma l'unico modo di farlo, l'unico modo di ripulire la stalla della malagiustizia e della malainformazione, è ridurre, circoscrivere e rendere pertinenti le decisioni giudiziarie, che hanno da essere rare e motivate, di ascoltare le conversazioni private.
C'è un reato chiaramente definito, serio, di un qualche allarme sociale? C'è un'indagine formalizzata sulla base di pesanti indizi, che esigono ogni sforzo alla ricerca delle prove? Si intercetti, con le cautele giudiziarie del caso, cioè accertando che le condizioni descritte sopra siano riunite tutte. Ma se tutto quel che c'è è una vecchia e polverosa indagine con auscultazioni a raggiera decise irresponsabilmente, da cui si ricavano scarti di conversazioni tra funzionari della presidenza del Consiglio e industriali farmaceutici, con filamenti di cuginanze e nipotanze ovvero fatterelli e chiacchiericci che solo un Di Pietro, quando gli aggradi e la cosa non lo riguardi direttamente, può considerare delitti da gogna, allora si produce con ogni evidenza giustizia bacata, si assoggetta la giustizia alla tecnica delatoria e manipolatoria, alla propagazione delle mezze verità e delle piene e tonde insinuazioni al posto di accuse chiaramente riscontrabili, e dalle quali con chiarezza ti puoi difendere. Una legge in materia non dovrebbe essere impossibile votarla, in buona compagnia.
I giornalisti hanno diritto di pubblicare queste fangose tranches de vie, diciamo così, e la schiena dritta non c'entra, è il normale e utile mestieraccio della cronaca. Ma una classe dirigente che si rispetti ha il dovere di eliminare questa rete di propalazioni sulla base delle quali si sono combattute negli ultimi anni le più opache e inquinanti battaglie nel mondo della politica e della finanza, e perfino nel mondo dello sport, dello spettacolo e del rutilante immaginario sessuale dell'italiano medio. E' stupefacente che, nonostante il diverso avviso di metà del suo partito, un tipo svelto come Veltroni non capisca l'urgenza di una legge antiorigliamento, e cincischi.
Il Foglio sportivo - in corpore sano