Eva contro Eva

Le donne contro Sarah Palin, colpevole di essere una donna

Annalena Benini

Le donne sono le più grandi odiatrici di donne. Se c'è una donna pubblicamente brava e pubblicamente contenta, ecco schiere di donne fiere di massacrarla in nome della femminilità. Se c'è una donna con cinque figli candidata alla vicepresidenza americana, ecco India Knight, commentatrice del Times, scrivere “lei è la mia idea di incubo”.

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    Le donne sono le più grandi odiatrici di donne. Se c'è una donna pubblicamente brava e pubblicamente contenta, ecco schiere di donne fiere di massacrarla in nome della femminilità. Se c'è una donna con cinque figli candidata alla vicepresidenza americana, una ragazza che lavora, corre, e a cui non è ancora crollato il sedere, ecco India Knight, brillante scrittrice e commentatrice del Times, quarantenne come la Palin (scrive di bimbi, di shopping, di mamme, di discriminazione femminile e di salti mortali per conciliare lavoro e prole, incita a far figli e a farli presto), che invece di gridare: wow, Sarah Palin, sei forte anche se sei repubblicana, scrive: “Ecco, lei è la mia idea di completo incubo”. Perché Sarah ha cinque figli, e l'ultimo è down, perché ha vinto un torneo di basket con una caviglia fratturata, perché a cinque giorni dal parto era già in ufficio, perché non deve stare a dieta come India Knight. Perché una così manda in crisi quelle che si sentono dei geni per aver scritto un articolo tra una botta di botox e una ninnananna al piccolo.

    Lo fanno tutte: le cinquantenni che scrivono per dire quant'è orrenda e disperata la cinquantenne Madonna (Julie Burchill per prima, poi Camille Paglia, e Camille Paglia ha sessant'anni ed è perfino femminista, e Germaine Greer, ancora più anziana e ancora più femminista), e Lidia Ravera quando scriveva che Condoleezza Rice era una scimmia in menopausa e che Veronica Berlusconi doveva assolutamente divorziare, per dignità femminile. Non c'è lealtà, nemmeno, perché queste ragazze amano dire: noi donne, e amano lamentarsi dell'ingiusta difficoltà di essere donne.

    Maureen Dowd, almeno, no. Maureen Dowd è di coerente misoginia e sul New York Times ha scritto che Sarah Palin è solamente un'affirmative action, un modo per dar voce alla minoranza femminile, e anzi una specie di valletta (visto che da ragazza vinse la fascia di miss Congeniality) prestata alla politica. La Dowd, prima di Sarah, aveva ucciso Hillary Clinton con lo stesso entusiasmo. Gail Collins, sempre sul NYT, ha scritto riferendosi a Sarah Palin quant'è offensivo pensare che una donna debba votare un'altra donna. Offensivo per le donne, naturalmente. Solo Camille Paglia, forse pentita per le cattiverie su Madonna, ha scritto che Palin ha fatto un bel discorso politico. Quindi una ragazza ambiziosa, governatore a quarant'anni con marito probabilmente complessato, con tutta la fatica, gli allattamenti, le notti in bianco, gli uomini che provano a farla fuori, gli scandali inventati sul quinto figlio che sarebbe stato in realtà partorito dalla figlia diciassettenne come in una puntata di Casalinghe disperate (la ragazza invece è incinta adesso, terrà il bambino e ne sposerà il padre), una volta arrivata vicino alla meta, insomma, una donna deve fronteggiare il nemico più feroce e pronto a tutto: l'invidia infinita delle donne.

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    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.