Così Alitalia conquista il Web

Marianna Venturini

Il dibattito sul futuro di Alitalia conquista anche internet. Dipendenti della compagnia, esperti economisti e blogger si domandano on line quali saranno gli ultimi sviluppi della vicenda e le conseguenze.

Leggi Il corsaro e l'Alitalia

    Il dibattito sul futuro di Alitalia conquista anche internet. Dipendenti della compagnia, esperti economisti e blogger si domandano on line quali saranno gli ultimi sviluppi della vicenda e le conseguenze.
    Sul sito La voce.info i navigatori possono confrontarsi con le opinioni di docenti ed esperti di economia. In primo piano un articolo di Michele Polo, professore di economia politica all'università Bocconi, che non nasconde il proprio scetticismo sul piano Fenice e si domanda: “Chi ha perso la scommessa su Alitalia”. E i commenti dei lettori non mancano. Secondo Carlo Minganti: “Col piano Air France si salvava solo la nostra compagnia, ma col piano Fenice si salvano sia Alitalia che Airone, facendo felici almeno le banche creditrici di quest'ultima”. Più scettico Cesare Lombroso che sostiene: “Questo scempio si chiuderà nei prossimi giorni con una sorta di bancarotta preferenziale che assegnerà ai privati l'unico asset dell'azienda, la navetta Roma-Milano, riversando sui contribuenti gli oneri relativi alla bad company, cioè tutto il resto”. Parere opposto quello di Andrea: “Risanare significa tagliare certe rotte e ricentrarsi su altre che generano profitto. Il governo ha infinitamente più potere negoziale contro qualsiasi imprenditore italiano, che non contro uno Stato sovrano tradizionalmente poco ligio ai regolamenti e che ha già decine di contenziosi in corso nei tribunali europei”.

    La compagnia italiana era protagonista anche del blog di AviatorAZ. Il sito, gestito da uno steward Alitalia denunciava le inefficienze della compagnia, documentando i racconti con foto esplicative. L'anonimo assistente di volo ha descritto toilette rotte, pasti mancanti, porta salviette tenuti insieme grazie allo scotch, uniformi bucate e altre piccole e grandi inefficienze dell'azienda. Dopo che il suo racconto è stato ripreso dal sito di Repubblica.it e ha trovato spazio sul Daily Telegraph e l'Indipendent, il blog è stato oscurato e ora si trovano pochi dipendenti pronti a sfogarsi pubblicamente on line.
    Nella rete non c'è spazio solo per i giudizi negativi, come dimostra il blog We Love Alitalia: la compagnia di bandiera è coccolata dagli utenti della piccola community, nata in aprile, il cui simbolo è un cuore che abbraccia l'aereo tricolore. Gli internauti, molti dei quali sono dipendenti della compania, raccolgono idee per migliorare Alitalia e le proposte non mancano. Tra le più fantasiose, un utente anonimo vorrebbe rafforzare il Made in Italy con un servizio di limousine per i clienti, airbus da 80-90 posti, poltrone full optional e perfino un sommelier a bordo per la degustazioni dei migliori vini italiani. Peccato che dopo i primi exploit creativi, il blog non sia stato aggiornato nelle ultime settimane. Causa vacanza, si presume.
    Più seria e analitica la discussione tra gli azionisti sul forum del canale Finanza di Yahoo, che si interrogano sui bilanci patrimoniali e il contenuto dettagliato del decreto.

    Proposte concrete quelle sul blog di Marco Castelnuovo, giornalista de La Stampa, che ha chiesto ai suoi lettori: “Cosa fareste se foste nei panni dei sindacalisti?”. Numerose e articolate le risposte che ha ricevuto. Renzo sembra tranquillo e scrive: “Non preoccupiamoci se Alitalia fallisce, c'e' una lunga fila di compagnie che si sta presentando e certamente riusciranno a coprire i servizi e a riassumere il personale rimasto senza lavoro, in numero superiore alle fenici di turno”. Duro invece il commento di Roberto: “In un paese moderno, i sindacati hanno un ruolo importante ma non decisivo. Il fatto è che fino ad oggi, in Italia, con le concertazioni e compagnia (poco) bella, i sindacati si sono impossessati del diritto di governare. Gli italiani, circa 60 milioni di persone, hanno finora pagato a caro prezzo gli sprechi dell'Alitalia, dovuti ad una gestione fallimentare e irresponsabile e anche, in buona misura, alla onnipotenza sindacale, altrettanto irresponsabile”. Viola è convinta che “i sindacati faranno un po' di melina e poi accetteranno, ottenendo qualche modifica di facciata”.

    Discussione apertissima anche nel forum del sito Legnostorto.it, dove il topic “A chi i debiti Alitalia? A noi!” registra una lunga serie di battute e controrisposte tra gli utenti, che inevitabilmente sfociano nel campanilismo politico, per tralasciare il tema principale.

    Leggi Il corsaro e l'Alitalia