“La carta provoca piacere, e se non ci credete provate a cenare con una pillola”

Michele Arnese

“La carta provoca piacere”. Parola di filosofo, banchiere d'affari ed editore. Alberto Rigotti, 58 anni, trentino d'origine, milanese d'adozione, è considerato l'esempio di capitalista che crede nella carta stampata.

    “La carta provoca piacere”. Parola di filosofo, banchiere d'affari ed editore. Alberto Rigotti, 58 anni, trentino d'origine, milanese d'adozione, è considerato l'esempio di capitalista che crede nella carta stampata. Tanto che, accanto a partecipazioni in imprese di costruzioni internazionali (Torno), concessionarie autostradali nazionali (Serenissima), e incarichi in istituti di credito locali (Banca popolare dell'Etruria e del Lazio), ha puntato anche sull'editoria acquistando di recente il quotidiano gratuito E-Polis che ha diciassette edizioni locali, oltre ad avere una quota nella proprietà del settimanale finanziario il Valore. “La carta è un piacere di quelli ancestrali, come mettersi a tavola per pranzare, mentre non sarà mai un piacere mangiare delle pillole. Sfogliando un giornale si hanno emozioni, perché si viene coinvolti: si suscitano passioni. La carta stampata ha un elemento estetico. E' un prodotto artistico, come un libro, un'opera lirica”, dice Rigotti.

    Il banchiere-editore non pensa che i giornali siano destinati a scomparire prima o poi, surclassati dalla velocità del Web: “La carta è complementare con il virtuale. Sono due modi di comunicare che possono coesistere. Perché il virtuale è indefinito, la carta stampata è delimitata, si può conservare, rileggerla, sottolinearla. E poi la carta è localizzante, l'esatto opposto della globalizzazione, anonima e spersonalizzata. La stampa localizza le informazioni fino a renderle a misura della singola persona, non è dispersiva come Internet”. Differente la prospettiva dell'editoria specializzata in economia: “Magari l'informazione finanziaria, piena di dati, si svilupperà soprattutto sul virtuale. Con più numeri, anche se con meno opinioni. Ma per gli approfondimenti ci sarà sempre la carta stampata”, dice Rigotti, da pochi mesi anche presidente del gruppo Torno Global Contracting – gruppo fondato nel 1929 e che resta oggi uno dei marchi più noti nel settore delle grandi costruzioni a livello internazionale.

    Con le imprese editoriali, però, si guadagnerà sempre meno: le entrate caleranno e gli utili non saranno sfavillanti, è la previsione unanime. Allora perché investirci? “Per me l'obiettivo di un investimento è sempre la creazione di valore – risponde Rigotti – tutti i progetti industriali reggono soltanto se hanno come fine il profitto, se non a breve, almeno a medio termine”. Anche nel settore culturale. La banca d'affari Abm Merchant, posseduta e presieduta da Rigotti, ha infatti una società, denominata Munus, che punta proprio alla valorizzazione del patrimonio museale e artistico. “Occorre riprendere l'idea di “munus”. Munus era un concetto romano e l'idea è veramente interessante, perché i romani erano grandi infrastrutturatori, erano bravissimi nel fare strade, acquedotti e dunque ogni genere di infrastrutture. Erano maestri anche nello stabilire il giusto rapporto con il territorio, quello che chiamavano il munus, il momento in cui c'era un dono, un riconoscimento reciproco: da qui comune, comunione, comunità, comunicazione”. Il banchiere d'affari insegna filosofia all'università San Raffaele di Milano, ma non dimentica le questioni pratiche nella diffusione della carta stampata. “L'edicola è una strozzatura, per questo con E-Polis puntiamo al contatto diretto con il lettore. Con la free-press gli andiamo incontro. Gli evitiamo la fatica di trovare un'edicola”.