Era il 16 ottobre 1943

Dopo la guerra la nonna tornò al ghetto, Ennio no

Giulio Meotti

Il 16 ottobre del 1943 i nazisti liquidarono il ghetto ebraico di Roma. Tre casi trasmettono l'assoluta mancanza di pietas di quei momenti. In via Brescia, al numero 69, i tedeschi si avvicinarono al letto di una signora novantenne. Sofia Soria, vedova Tabet, quando vide il mitra puntato morì per lo spavento.

    Il 16 ottobre del 1943 i nazisti liquidarono il ghetto ebraico di Roma. Tre casi trasmettono l'assoluta mancanza di pietas di quei momenti. In via Brescia, al numero 69, i tedeschi si avvicinarono al letto di una signora novantenne. Sofia Soria, vedova Tabet, quando vide il mitra puntato morì per lo spavento. Le SS tornarono due giorni dopo al funerale della poveretta sperando di arrestare anche i suoi famigliari. Un altro infermo, Beniamino Philipson, che soffriva del morbo di Parkinson, fu prelevato nella sua abitazione di via Flavia 84 e trascinato con violenza sulla sedia a rotelle. In via Adalberto, le SS trovarono soltanto un bambino di quattro anni, si chiamava Ennio Lanternari. Dormiva nel letto dei nonni. Le SS lo presero, il bambino si svegliò e incominciò a piangere. Quando la nonna, scesa a comprare qualcosa, rientrò, fu prelevata assieme al nipotino. Lei è ritornata alla fine della guerra, Ennio no.

     
    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.