Bravo l'uomo sul filo fra le Due Torri, molto meno Viggo eutanasista mite
Segnatevi “Man on Wire”, il documentario sul funambolo francese Philippe Petit che nel 1974 ha camminato per un'ora su una fune tra le Torri del World Trade Center, sdraiandosi, dondolando una gamba come se stesse alla spiaggia e non tra le nuvole.
Segnatevi “Man on Wire”, il documentario sul funambolo francese Philippe Petit che nel 1974 ha camminato per un'ora su una fune tra le Torri del World Trade Center, sdraiandosi, dondolando una gamba come se stesse alla spiaggia e non tra le nuvole. L'avvincente film sconvolge due volte: la prima per la folle, fantastica impresa di Petit, e la seconda, devastante, per le continue immagini delle Due Torri e il ricordo di tutti quelli che c'erano dentro l'11 settembre del 2001.
Viggo Mortenson, uno dei più emozionanti attori in circolazione, è stato ben quattro giorni al Festival di Roma, tra tappeti rossi, conferenze e lezioni di cinema, con due film: “Appaloosa”, un western con la sola pecca d'infliggerci quella smorfiosa di Renée Zellweger, e “Good”, la storia di John Halder, professore e intellettuale “illuminato” che scrive un romanzo a favore dell'eutanasia compassionevole nella Germania degli anni Trenta. Halder è un uomo così buono che senza mugugni si fa cuoco, cameriere, e bambinaia al posto della moglie sciroccata e infermiera e badante dell'anziana madre malata e tiranna. Un potente gerarca di Hitler lo lusinga con piccoli favori, promozioni e lauti compensi, per il sostegno e l'aderenza del romanzo alle politiche eugenetiche del regime.
E' un racconto morale sul pericolo che corre persino uno quasi santo se accetta una serie di “Innocui” compromessi con la malvagità al potere. Nelle recensioni è passato sotto silenzio il tema della dolce morte, alla radice della caduta del professore illuminato. Mortenson, attore sublime, purché non disquisisca sulla recitazione (noioso e generico la sua “lezione”, per non parlare della musica da lui composta, di rara bruttezza, che ha molestato le orecchie in sala) si è anche librato in considerazioni sulla pericolosità di Bush e Berlusconi, votati da tanta “brava gente”, come è successo per Hitler. Nemmeno una parola sull'abbraccio dell'eutanasia amorevole, che ha messo il suo Halder in perfetta sintonia con Il Male Assoluto.


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