Coraggio, diamogliela vinta

Un trionfo cinicamente amoroso, e con nonna in cielo

Annalena Benini

Non poteva non vincere, un candidato così sexy a cui muore l'amatissima nonna il giorno prima delle elezioni (grazie al cielo la signora aveva già votato, quindi nulla è andato perduto): Barack Obama ha potuto dare l'annuncio fra le lacrime, definirla un eroe silenzioso, attrarre a sé altre nonne e altra commozione.

    Non poteva non vincere, un candidato così sexy a cui muore l'amatissima nonna il giorno prima delle elezioni (grazie al cielo la signora aveva già votato, quindi nulla è andato perduto): Barack Obama ha potuto dare l'annuncio fra le lacrime, definirla un eroe silenzioso, attrarre a sé altre nonne e altra commozione. Lui voleva bene davvero alla sua nonna bianca, che lo crebbe alle Hawaii facendo molti sacrifici, anche se pochi mesi fa, nel Discorso sulla razza in cui prese le distanze da quel predicatore afroamericano, Jeremiah Wright, suo consigliere spirituale accusato di razzismo verso i bianchi, l'aveva scaricata, cioè l'aveva pubblicamente, seppur con parole dolci e voce vellutata e movenze musicali, definita una razzista: “Più di una volta ha pronunciato stereotipi razziali e etnici che mi hanno fatto rabbrividire”. Intendendo che lei e il reverendo appartengono all'America del passato, poiché lui, si sa, invece rappresenta il cambiamento, la speranza.

    Lei c'è rimasta male, ma non ha rilasciato interviste e ha continuato a seguirlo, fedele, sulla CNN. Ieri invece la nonna era diventata un eroe americano e oggi sarà l'angelo custode del presidente degli Stati Uniti. Barack Obama è questo, cinicamente amoroso, modernamente ambiguo, assolutamente perfetto per una vittoria sentimentale, dove il sogno ammiccante ha acquistato consistenza elettorale, dove ci si è anche molto annoiati, divertiti più che altro sui dettagli: la pettinatura di Sarah Palin, i suoi duecento figli, il modo fantastico che ha Barack di scendere dalle macchine, la bollitura eroica di John McCain, lo sguardo fiammeggiante di Michelle Obama, nuova first lady. E' lei, più della redneck Sarah, più della ritoccata e un po' frastornata Cindy, e immensamente più, ovviamente, della superata e goffa Hillary, a incarnare la vera donna nuova: sofisticata, in carriera, agguerrita, con i tacchi alti, i figli per mano e il marito sotto controllo. Lui le deve moltissimo, ma lei si sente già una Kennedy.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.