Coraggio, diamogliela vinta/5

Il tramonto dell'occidente è un Eliogabalo con palmare

Francesco Forte

La vittoria di Obama comporta il verificarsi della profezia di Osvald Spengler sul declino dell'occidente, con riguardo agli Stati Uniti. Piace molto agli europei, che così sperano che la guida politica dell'Occidente passi a loro.

Leggi E' la parola fine per la carriera di tutti i Michael Moore di Mariarosa Mancuso - Leggi Ma Obama ci crede oppure no nel peccato originale? - di Camillo Langone - Leggi La vera sciagura saranno gli obamiani italici di Lanfranco Pace - Leggi Un trionfo cinicamente amoroso, e con nonna in cielo di Annalena Benini

    La vittoria di Obama comporta il verificarsi della profezia di Osvald Spengler sul declino dell'occidente, con riguardo agli Stati Uniti. Piace molto agli europei, che così sperano che la guida politica dell'Occidente passi a loro. A Putin, a Sarkozy, alla Merkel e anche al povero Brown fa comodo un presidente che parte dalla serie B. In effetti la vittoria di Obama implica una temporanea riduzione delle ambizioni internazionali degli Stati Uniti. A tale scopo un presidente non anglosassone di serie B fa gioco a tutti. Ciò anche perché Obama non è un negro, né un meticcio, ma un ibrido. E come tale può essere aggiudicato alla linea“economy” dell'epoca dell'uomo senza identità, tranne quella esteriore, omologata. Resta da vedere se ciò comporti che l'occidente continui a guidare il mondo, dal punto di vista politico, posto che qualcuno negli ultimi anni davvero lo guidasse.

    Quando dico che Obama fa comodo a tutti dico che è una specie di Veltroni dei “ricchi”. Classifico gli Stati Uniti come ricchi, in relazione alla loro potenza tecnologica e industriale e alla loro (declinante) potenza bancaria, consistente nel fatto che il dollaro rimane la più diffusa moneta mondiale. I banchieri di Wall Street non avendo a che fare con un presidente grintoso, ma ibridamente populista, potranno farsi aiutare dallo stato molto più di quanto sia accaduto sino ad ora. Il suo governo sarà facilitato dal fatto che la maggioranza della Camera e del Senato saranno dei democratici E, quindi, non dovrà fare il braccio di ferro col parlamento. Anzi avverrà il contrario. Ed è anche per questa ragione che le varie Nancy Pelosi lo sostengono. Come accadde in Italia, quando la Dc stava perdendo i suoi leader storici, si frazionava in fazioni ed eleggeva alla presidenza della repubblica Giovanni Leone e a capo del governo Mariano Rumor.

    Ora la vera questione non sta in cosa farà Obama, che non è né un Kennedy, né un Reagan, grandi leader, né un Johnson o un (o una) Clinton, navigati marpioni, ma in cosa riusciranno a elaborare i democratici americani per la sinistra riformista del XXI secolo, dato che saranno loro a guidare Obama e non viceversa. Quanto ai repubblicani, questa è una sonora lezione per loro, che non hanno capito che l'economia di mercato e la libertà, senza i valori etici occidentali, non reggono alla sfida dell'ibrido gioioso di un Eliogobalo, dotato di palmare.