Fatele un'iniezione letale

Giuliano Ferrara

Spero che adesso prendano Eluana Englaro e le facciano fare una morte dolce, visto che di questo si tratta. Mi auguro che non la lascino morire di fame e di sete, per giorni e giorni. Non dovesse essere lei a soffrirne, e ne dubito, ne soffrirebbe un sacco di gente semplicemente buona.

    Spero che adesso prendano Eluana Englaro e le facciano fare una morte dolce, visto che di questo si tratta. Mi auguro che non la lascino morire di fame e di sete, per giorni e giorni. Non dovesse essere lei a soffrirne, e ne dubito, ne soffrirebbe un sacco di gente semplicemente buona. Mi sembra meno ipocrita l'idea di iniezioni di morfina fino al collasso terminale di quel corpo reso infelice dalla mancanza della coscienza vigile e della relazione con gli altri, e tuttavia vivo e vegeto, come si dice con espressione infallibilmente antieutanasica. Ma forse la morfina no. Forse questi che hanno deciso l'abbandono di una portatrice di handicap devono elevarsi al livello di civiltà dei paesi in cui si ha il coraggio di praticare senza ipocrisia la pena di morte: un'iniezione letale, credo sia il Pentothal, e la cosa voluta è cosa fatta, il principio di autodeterminazione e la libertà di coscienza sono salvi.
    Chi ieri ha parlato di pena di morte – quasi tutti – ha sbagliato.

    La pena di morte, per quanto controversa o perfino odiosa, è un tentativo di giustizia retributiva. Qui è un abbandono, piuttosto. Qui è un uccidere per eccesso di amore o per eccesso di disamore. Fa lo stesso. Qui la giustizia non c'entra. Qui si eliminano persone vive teorizzando il loro diritto al suicidio assistito, anticipato da presunte o vere dichiarazioni. Qui non è occhio per occhio, fondamento del diritto eguale, qui è salito un gradino nella scala filosofica del nulla. Il nulla realizzato attraverso la legge e contro l'amore delle suore che avrebbero accudito Eluana com'è per altri cinquant'anni. Il perfetto rovesciamento del cristianesimo paolino: viva la legge, abbasso l'amore.

    Mentre la vicenda di Eluana si avvia sulla china tragica che ha già inghiottito la pietà con Terri Schiavo, dovremmo ripetere il nostro appello: acqua per Eluana. Lo ripetiamo, ma senza speranza. Il sagrato del Duomo di Milano rischia di diventare un simbolo muto e cieco. Un cardinale come Martini è incerto sui confini della vita, in entrata e in uscita. Forse le chiese cristiane un giorno insegneranno che Eluana non è una persona, come il concepito che ha una struttura cromosomica unica e irripetibile ma non ha ancora capacità di comunicazione, così dicono. Tutto è molto confuso, almeno per una coscienza laica e razionale come la nostra. Secondo alcuni bisogna privare della dignità personale anche i neonati.

    La via olandese è quella: si comincia con i vecchi, poi si procede con i bambini, e tutto come sappiamo nasce dalla grande eutanasia globalizzata che è lo sradicamento del concepito dal seno di sua madre o l'imminente procedura di avvelenamento dei bambini chiamata pillola RU486, tra breve anche in Italia. Domani vado a parlare a un convegno di medici cattolici a Milano. Il tema è: chi è il mio prossimo? Mi viene da piangere alla sola idea. Vorrei sapere che cosa ne pensa il professor Ratzinger, l'unico di cui mi fidi.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.