Se a sinistra nascesse Forza Ozio, SDM avrebbe la tessera numero 1

Stefano Di Michele

"E' parte della cultura della sinistra l'elogio dell'ozio” – sì, lo volesse il cielo. Il ministro Brunetta nella quotidiana caccia agli sfaticati, come manco Don Chisciotte ai giganti, “mala semenza”, ha tirato fuori quest'altra novità. Purtroppo, quelli di sinistra l'ozio l'hanno sempre giudicato vizio decadente, acqua morta per il proletariato, compiacimento borghese.

    "E' parte della cultura della sinistra l'elogio dell'ozio” – sì, lo volesse il cielo. Il ministro Brunetta – che governativamente non ha pace e giornalisticamente non dà pace – nella quotidiana caccia agli sfaticati, come manco Don Chisciotte ai giganti, “mala semenza”, ha tirato fuori quest'altra novità. Purtroppo, quelli di sinistra l'ozio – da non confondere, si capisce, con i mangiatori a gratis di stipendio o con gli imboscati lavorativi – l'hanno sempre giudicato vizio decadente, acqua morta per il proletariato, compiacimento borghese. Intere generazioni di militanti hanno purtroppo dovuto fare i conti con il mito di Stakanov e con tutte quelle sue tonnellate di carbone del cazzo – che uno che se ne deve fare, di tutto 'sto carbone? – piuttosto che con Oblomov, con i piani quinquennali invece che con i gatti di Eliot che attendono (questo fanno), che ben diverso contributo avrebbero dato alla causa del socialismo. L'ozio, padre di molte virtù, purtroppo a sinistra ha sempre avuto vita stentata e semiclandestina.

    Pure l'intellettuale, che di per sé più di tutti è portato ad apprezzare quel tempo irregolare perso e misteriosamente ritrovato, da quelle parti era militante – un faticatore, uno sgobbone della causa. E di solito, i frutti intellettuali della militanza (cioé del darsi da fare) erano vere e proprie fetecchie illeggibili. Quasi tutto il bello che ci circonda e che ci consola è frutto dell'ozio – quando nel tempo che si dilegua tra le mani ritroviamo un senso e una grandezza. Poi, se si sbrigassero pure a finire la Salerno-Reggio Calabria sarebbe meraviglioso, ma di sicuro da quelle parti cantori dell'ozio il ministro non ne troverebbe.

    Se la sinistra avesse coltivato di più l'ozio, ora sarebbe, insieme, più alternativa e più credibile, invece di quella specie di credenza che non si sa bene se riverniciare o portare in cantina. E' speculare, in questo, a tutta la mistica del fare impresa e dell'intrapresa del Cav., quel ritrovarci sempre senza tempo e senza mezza idea di che cosa abbiamo fatto del tempo che manca, corse matte da sorci di laboratorio, mille anni e si lavora quasi lo stesso numero di ore del medioevo – con pausa pranzo più breve. Il tempo per sé – “non per affrettarti e correre, ma tempo per essere contento”, recita una poesia indiana – è quello che torna indietro meglio utilizzato e più proficuo, o meno dannoso. La mancanza di senso dell'ozio sta rovinando la nostra società – tutt'al più qualche Suv che cresce, ma tanto non sai dove andarci e non sai neppure dove metterlo. Ci sono quelli che partono per il weekend (già la parola mette fretta e ansia) con una furia da gente in fuga da un personale tsunami: ammucchiano, urlano, scappano. Non c'è tempo, non c'è mai tempo: e che cavolo ne hanno fatto, di tutto il tempo che avevano? Si va in giro con quattro telefonini, magari pure la sveglia al collo, e non si arriva mai – né a chiacchiere né a fatti. Non c'è quasi più fiato, e singolarmente non c'è mai silenzio.

    Una sinistra oziosa, come quella che ha evocato (purtroppo a vuoto) il ministro Brunetta, non si sarebbe fatta mangiare in testa, sull'argomento, dal Santo Padre, che ha evidenziato i danni dell'eccesso di attivismo, “smarrimento dell'intelligenza, dispersione della grazia”. Avessero, quelli di sinistra, dato più retta a Stevenson (suo un bellissimo saggio sull'ozio) e a Russell, a Virginia Woolf e a Wilde, a Borges che si perdeva per labirinti e alla Dickinson che guardava le api, oggi sarebbero in grado di fregarsene pure della Vigilanza Rai, con qualche benefico effetto collaterale. Tipo: a) tutto quel carbone ancora in cantina, e adesso che inquina pure, dove ce lo mettiamo? b) Brunetta, invece di fare il socialista in Forza Italia (sorprendente categoria dello spirito), magari poteva tranquillamente fare il socialista con i socialisti. Invece, quelli: mai tenuto in conto l'ozio. Quando cambiarono nome al Pci, c'era chi voleva chiamarlo Partito del Lavoro: capirai, che spasso. Magari il partito ideale sarebbe: Forza Ozio! Io lo voto.