Piccolo consiglio al Cav. per invecchiare bene nella politica italiana
L'acqua va per l'orto a Berlusconi. Buoni i sondaggi. Si diverte nel mondo, fa kukù alla Merkel. I suoi persecutori in giudizio mordono la polvere. Quelli a mezzo stampa sono macchiette. Quattrini ok. Sguazza con ironia in quel suo ambiente misto di impresa milanese, politica nazionale, cortigiani vacanzieri e perdigiorno e tiratardi di tutte le risme.
L'acqua va per l'orto a Berlusconi. Buoni i sondaggi. Si diverte nel mondo, fa kukù alla Merkel. I suoi persecutori in giudizio mordono la polvere. Quelli a mezzo stampa sono macchiette. Quattrini ok. Sguazza con ironia in quel suo ambiente misto di impresa milanese, politica nazionale, cortigiani vacanzieri e perdigiorno e tiratardi di tutte le risme. S'ingaglioffisce a volontà, gioca un suo tric trac come faceva Machiavelli, con la differenza che lui, tardivo allievo in quell'arte dello stato, vince sempre laddove il segretario fiorentino, immortale maestro, sempre perdeva.
E' il momento giusto per dirgli in breve quello che penso. Non deve affatto diventare quel che non è. Non è obbligato a annoiarsi e a recitare la parte dello statista old fashion. Però deve dare un senso oltre se stesso a quel che gli capita dopo la vittoria. Pulire Napoli, va bene. Sistemare la riottosa Alitalia, va bene. Tenere a bada i galli nel pollaio, doveroso. Trasmettere fiducia e rassicurazione alla gente italiana impaurita dalla crisi, dai mostri, dalla valanga evocata, anche questo va bene.
Il senso oltre se stesso delle cose non vuol dire rinunciare al lieto fine permanente che Berlusconi ha meritato. Diventerà presidente della Repubblica, a tempo e modo, perché già ne è il Re. E un simile privilegio, di essere percepito al di sopra della massima carica storica incarnabile nel proprio tempo, lo hanno goduto in pochi. Obama, forse, che se le cose gli andasserro bene, avrà vissuto otto anni da presidente dopo avere vissuto alcuni mesi da Messia. Il consenso da carisma, trattenuto oltre ogni errore possibile, oltre ogni debolezza umana, è una gran consolazione per gli uomini politici che ne godono.
Per andare oltre il se stesso che oggi è, Berlusconi deve offrire gentilmente un progetto politico compiuto, qualche realizzazione riformatrice che porti riconciliazione e utilità al paese in cui è cresciuto, a quell'Italia-paese-che-amo di cui ha riparlato venerdì scorso tanti anni dopo l'entrata in politica. Non ci vuole molto. Basta trattenersi un poco. Temperare la propria buona indole individualista e partigiana. Basta riabilitare i suoi avversari. Frequentarli. Parlargli. Sentire che cosa abbiano da dire. Offrire loro la magnanimità, che è la virtù dei sovrani. Basta fare un po' di giustizia. Mollare qualche vezzo ribaldo. Basta tentare la propria fantasia. Governare anche un poco da sinistra. Riabilitare la cultura unilateralmente, dopo che la cultura si è condannata alla aprodia di se stessa nell'eterno off off Broadway “de sinistra”.
Andare avanti così, quindi, senza grandi cambiamenti, ma con l'aggiunta di un nuovo metodo, quello che aveva promesso in Parlamento quando presentò il governo. Ci vuole poco, la resa è alta, la politica diventa più bella. Più bella ancora di quanto già deve oggi sembrargli, al nostro Cav. così giocoso e infantile, che invecchia da sapiente nel cuore del potere italiano.
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