E a Roma la Confindustria imbarca pure le municipalizzate
A Roma, in particolare, la weltanschaung veltroniana puntava a tenersi strette le società di servizio pubblico. Acea si è sottratta alle avances confindustriali per restare legata a Confservizi, come tutte le altre municipalizzate. Tutte tranne MetroRoma, di cui il presidente Chicco Testa ha chiesto, e ottenuto, l'adesione al sistema confindustriale.
La parola d'ordine potrebbe essere: avanti, c'è posto. Con il cambio di leadership, la Confindustria romana non ha alcuna intenzione di cambiare la strategia inaugurata da Luigi Abete per allargare il perimetro degli associati. Anzi, la rilancia. Il nuovo presidente, Aurelio Regina, spera addirittura di poter aprire le porte dell'Uir (Unione degli industriali e delle imprese di Roma) anche alle municipalizzate: a partire dalla multiutility Acea, ma tenendo d'occhio anche Atac (trasporti), Ama (rifiuti e ambiente) e le altre. Regina stesso ha annunciato di voler seguire l'esempio di Assolombarda (la più importante struttura territoriale di Confindustria), di cui fanno parte, da tempo e senza scandalo, sia l'azienda di trasporti locale, l'Atm, sia la Sea (aeroporti). Nulla di che stupirsi, spiegano in Assolombarda, perché ormai le grandi municipalizzate sono spa a tutti gli effetti. Non sempre, però, e non dovunque, tanto che la polemica sulla reale natura dei servizi locali, in bilico tra ‘'padrone'' pubblico e mercato, è tutt'altro che risolta.
A Roma, in particolare, la weltanschaung veltroniana puntava a tenersi strette le società di servizio pubblico. Acea si è sottratta alle avances confindustriali per restare legata a Confservizi, come tutte le altre municipalizzate. Tutte tranne MetroRoma, di cui il presidente Chicco Testa ha chiesto, e ottenuto, l'adesione al sistema confindustriale. Ma il passaggio di testimone al Campidoglio tra Veltroni ed Alemanno ha portato un rimescolamento di carte anche in Acea, dove Fabiani ha ceduto la presidenza a Giancarlo Cremonesi, vicino al mondo delle imprese. Potrebbero quindi cadere le pregiudiziali nei confronti della rappresentanza confindustriale. Negli anni della gestione Abete, del resto, l'Unione di Roma ha già allargato i propri confini, aprendosi ai rappresentanti di banche e assicurazioni: una sorta di melting pot di generi che va dai colossi del credito alle imprese a rete (Fs, tlc), dalle multinazionali all'associazione gestori balneari.
Rispetto al presidente uscente il nuovo leader ha una biografia diversa. Abete è stato presidente di Confindustria e vicepresidente dell'Abi, è presidente Bnl, ha amicizie a tutto campo ed è considerato un uomo di potere.
Regina, classe '63, ha un curriculum meno vistoso, nel quale spiccano tuttavia interessanti particolarità: gli studi con Giuliano Amato, un incarico da giovanissimo all'Onu, la poltrona nel board dell'Aspen, gli stretti rapporti con gli Usa. Perfettamente sintonico con Emma Marcegaglia, nei confronti della politica Regina viene descritto come un agnostico, ma pronto a cogliere lo spirito del tempo. Non particolarmente legato a Veltroni, per ora tiene le distanze anche da Alemanno, ma ha già fatto sapere che è intenzionato a collaborare con tutti i governi, pur senza cadere nella trappola del collateralismo. A tenerlo a battesimo, oggi, ci sarà una platea inusuale rispetto al profilo “locale'' che caratterizzava le precedenti assemblee: oltre a Gianni Alemanno, Piero Marrazzo e Nicola Zingaretti, è prevista la partecipazione della presidente di Confindustria e di mezzo governo, da Gianni Letta a Renato Brunetta a Claudio Scajola. Ma ci sarà anche, e questa è davvero una novità assoluta, Silvio Berlusconi, primo premier nella storia a presenziare all'assemblea degli industriali romani.
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