La gogna e Berlinguer, la nuova lagna sulla questione morale

Giuliano Ferrara

Ecco la nuova lagna, periodica, sulla questione morale a sinistra. Riecco Berlinguer con i suoi occhi malinconici, e il generale repulisti delle coscienze in suo nome. Arrivano puntuali i mille giochi politici che intorno alla questione morale cosiddetta si compiono ineluttabilmente da ormai vent'anni nella politica italiana, a sinistra e a destra e al centro.

    Ecco la nuova lagna, periodica, sulla questione morale a sinistra. Riecco Berlinguer con i suoi occhi malinconici, e il generale repulisti delle coscienze in suo nome. Arrivano puntuali i mille giochi politici che intorno alla questione morale cosiddetta si compiono ineluttabilmente da ormai vent'anni nella politica italiana, a sinistra e a destra e al centro. L'innocente Concita De Gregorio, che forse non sa e forse non vuole sapere, mette l'Unità dalla parte del militante ignoto, questo eroe della cretineria moralistica sempre in attesa di grandi pulizie.

    Ho una notizia per i ripulitori di sinistra. Barack Obama per essere eletto presidente degli Stati Uniti, per farvi sognare tutti, ha speso circa settecentocinquanta milioni di dollari. Al prossimo giro si arriva al miliardo. Sono soldi che vengono dagli elettori, via web, ma anche e soprattutto soldi delle lobby: energia, business, finanza, manifatturieri eccetera. Quei soldi sono considerati il pegno della democrazia liberale moderna. La loro raccolta e il loro uso trasparente  non elimina lo scambio di interessi ma gli dà il timbro di un patto pubblico, di un concordato che rafforza le istituzioni, non di un baratto primitivo e segreto (la tangente). I partiti nel mondo di Obama che vi fa sognare sono aggregati liberi e leggeri di interessi, fondati su culture e criteri di valore diversi, e il loro vero e unico compito è raccogliere soldi. Il fund raising è l'anima della politica americana. Così non si pretende di sradicare la corruzione, progetto troppo audace per mezzi umani, figuriamoci per i necessari mezzucci giudiziari di controllo della legalità, ma si limita la corruzione, se ne scongiura il carattere endemico.

    Il Partito democratico, per essere fedele alla sua vocazione, dovrebbe collocare Berlinguer nella sua vera cornice storica: era un comunista internazionalista, sapeva benissimo come si finanziava il partito (rubli e tangenti molto ben organizzate e lubrificate e nascoste alla vista), ma usava la questione morale e della diversità antropologica dei comunisti a fini di lotta politica e di potere, agitando quello che l'irriverente Pajetta definì il suo passaggio “dal materialismo al moralismo storico” come bandiera di una visione ideologica totalitaria della società e del primato del partito integro e puro.

    E' con questo augusto fantasma che volete fare un partito moderno, obamista, democratico all'americana? Non ho nessun motivo di vicinanza o di amicizia per difendere Bassolino e Velardi, la Vincenzi sindaco di Genova, Domenici e i fiorentini eccetera: qualcuno meriterà un giorno un processo, qualcun altro no, qualcuno sarà condannato e qualcun altro no. Ma tutti sono oggi sottoposti a inaudite vessazioni, pettegolezzi, oscure richieste di dimissioni preventive, campagne di diffamazione e di propalazione di mezze e opache verità. Tutti si trovano nella penosa situazione di gogna politica, ideologica e mediatica alla quale sono sottoposti in maniera ricorrente i “sospettati”. E' una vergogna civile, altro che primato dell'etica, altro che repulisti. Niente è mai stato così torbido come l'uso politico e demagogico della questione morale, che oggi travolge le procure di mezzo sud e di nuovo il sistema dei partiti.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.