Quinta colonna

Gli sforbiciatori

Annalena Benini

E' molto divertente immaginare un impiegato Rai con il riporto e il borsello che per mestiere tagliuzza dalle pellicole le scene un po' hard dei film in programmazione e le mette da parte. Come faceva Don Alfonso in “Nuovo Cinema Paradiso”.

    E' molto divertente immaginare un impiegato Rai con il riporto e il borsello che per mestiere tagliuzza dalle pellicole le scene un po' hard dei film in programmazione e le mette da parte. Come faceva Don Alfonso in “Nuovo Cinema Paradiso”: aveva tolto tutti i baci sulla bocca, anche quelli casti di Charlie Chaplin, anche quelli comici di Totò. Il protagonista dopo molti anni torna nel paesino in Sicilia e trova un regalo: la pizza con tutti i baci tagliati, uno dopo l'altro, in bianco e nero. Commozione, immortalità del cinema, libertà di espressione, scena finale. In realtà non è andata in modo così romantico per Brokeback Mountain ed è poco probabile che esistano alla Rai i tagliatori di pellicole, “i censori televisivi che hanno pensato con le loro sforbiciate di non inquietare le autorità ecclesiastiche”, come ha scritto Natalia Aspesi (ma tutti si sono pubblicamente indignati perché in tivù mancavano il bacio con la lingua e la notte inguinale tra i due cowboy – “Ultimo tango a Parigi” ci ha messo circa trent'anni ad andare in onda integrale, comunque). Semplicemente il distributore ha venduto la copia già tagliata, quella guardabile dalle famiglie, visto che Brokeback è un film vietato ai minori di quattordici anni. Poi magari non si vedeva niente lo stesso e infatti adesso che lo manderanno integrale toccherà non addormentarsi per misurare i centimetri di jeans esposti. Però, davvero, anche senza quelle due scene, non è parsa la storia di due amici virilmente ecologisti (ma c'è un salto logico, di trama, è l'unica cosa che fa davvero venire i nervi).
    Certo nessuno si sarebbe mai turbato a guardare in tivù il film che abbiamo visto integrale al cinema, ma non serviva telefonare a Vladimir Luxuria per garantirle che il tasso di omosessualità televisiva era stato violato per puro errore tecnico in modo che lei, magnanima, potesse concedere un democratico perdono con annessa ramanzina. Né era il caso di dichiarare, serissimi: “L'imbarazzata spiegazione della Rai non dissipa i sospetti di censura. Presenterò un'interrogazione in Parlamento”. Perché così diventa davvero un teatrino a cui manca solo l'ironia sulla traduzione letterale del titolo del film. L'amore omosessuale è a tutte le ore e per tutte le fasce (fiction, reality show, film, serial, dibattiti), Vladimir ha vinto l'Isola dei famosi in grande spolvero (anni fa, Jonathan aveva vinto un Grande Fratello e nessuno se l'è filato), Lino Banfi e Lando Buzzanca sono diventati intellettualmente presentabili dopo aver interpretato padri di figli gay, e infine Ultimo tango a Parigi ha avuto l'onore di una fantastica parodia con Franco Franchi che fa Marlon Brando, Ultimo tango a Zagarolo. Finirà così.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.