Consiglio europeo
A Bruxelles il Cav. vince su pacchetto anticrisi e clima. “Ottenuto tutto”
L'Italia ha “ottenuto tutto”, dice soddisfatto il Cav. al termine del Consiglio europeo che, ieri, ha approvato un pacchetto clima fortemente ridimensionato rispetto alle proposte iniziali della Commissione. Gli obiettivi per il 2020 rimangono gli stessi.
Bruxelles. L'Italia ha “ottenuto tutto”, dice soddisfatto il Cav. al termine del Consiglio europeo che, ieri, ha approvato un pacchetto clima fortemente ridimensionato rispetto alle proposte iniziali della Commissione. Gli obiettivi per il 2020 rimangono gli stessi: riduzione del 20 per cento di emissioni, aumento del 20 per cento di risparmio energetico e 20 per cento di rinnovabili nel totale dell'energia prodotta. Ma le concessioni a Italia, Germania e paesi dell'Est sono importanti, tanto che gli ambientalisti gridano “fallimento”.
Per Greenpeace, Wwf, Oxfam e Amici della terra, è “un giorno triste per la politica europea sul clima”. Al Summit di Copenhagen del prossimo anno, dove si deciderà del dopo Kyoto, l'Europa sarà “portabandiera”, ha spiegato il Cav., ma nel marzo 2010 è prevista una “revisione globale” della politica europea. “Se i grandi inquinatori”, come Stati Uniti, Cina e India, non adotteranno misure stringenti come quelle Ue, l'Europa “non vorrà essere la sola a pagare il conto”. Sulle altre richieste, “abbiamo fatto un ricamo”, dice il Cav: tutto il settore manifatturiero sarà tutelato fino al 2020 con quote di emissioni gratuite, potranno essere conteggiate le rinnovabili prodotte all'estero con progetti italiani e gli obiettivi intermedi non saranno vincolanti. Sono 15 i punti strappati con la tattica che il Cav. rivendica: “Senza avere paura di dire che avremmo utilizzato il diritto di veto”. Il presidente di turno dell'Ue, Nicolas Sarkozy, ha reso “omaggio all'Italia. Sapevo che all'inizio non c'era molto entusiasmo ma abbiamo trovato grazie a Berlusconi un accordo rapidamente”, ha detto il leader francese, citando anche la tedesca Angela Merkel e il polacco Donald Tusk. L'Italia rivendica un successo anche sul piano di rilancio da 200 miliardi di euro, che include un “fondo margherita” da cui gli stati potranno attingere per investimenti in infrastrutture e prestiti alle piccole e medie imprese. “E' la vecchia idea di Tremonti”, spiegano al Foglio fonti di Palazzo Chigi, “di una cassa depositi e prestiti europea”.
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