La nuova incarnazione del Cav./2

Rovescio la domanda. Perché il Cav. dovrebbe uscire da uno schema che lo ha fatto sempre vincere?

Francesco Cundari

Perché Silvio Berlusconi fa il cattivo? A questa domanda si può dare una risposta semplice, come sono sempre le risposte faziose: perché lo è. Oppure si può darne una ancora più semplice, come sono spesso le risposte giuste: perché così ha sempre fatto, e perché, così facendo, ha sempre vinto.

    Perché Silvio Berlusconi fa il cattivo? A questa domanda si può dare una risposta semplice, come sono sempre le risposte faziose: perché lo è. Oppure si può darne una ancora più semplice, come sono spesso le risposte giuste: perché così ha sempre fatto, e perché, così facendo, ha sempre vinto. Se vi pare poco. Basta infatti ripercorrere la storia di questi quindici anni e cinque campagne elettorali, per verificare l'infallibilità della seguente legge: il centrosinistra ha vinto solo quando è riuscito al tempo stesso a costruire uno schieramento quanto più largo possibile, che arrivasse quindi fino alle frange radicali, senza però farsene egemonizzare, e anzi spingendosi più in là sulla via di una sinistra riformista e della legittimazione reciproca tra gli schieramenti. La sconfitta più clamorosa fu non per nulla nel '94 (alleanza stretta, i soli “Progressisti”, e campagna elettorale dominata dalle dichiarazioni di Fausto Bertinotti sulla tassazione dei Bot e l'uscita dalla Nato, oltre che dall'antiberlusconismo pidiessino). Ma per il centrosinistra furono batoste micidiali anche nel 2001 (linea riformista-blairiana rutelliana, ma Ulivo “da solo”, senza Rifondazione né dipietristi) e nel 2008 (linea riformista-dialogante veltroniana, ma Pd “da solo” con i dipietristi). Il centrosinistra vinse invece, e soltanto, nel '96 e nel 2006, quando si presentò su una linea e con un candidato non certo radicale – Romano Prodi – ma con una coalizione larga, fino a Rifondazione. Va da sé che le più dure sconfitte del centrosinistra corrispondono alle più dolci vittorie di Berlusconi. Dunque si potrebbe rovesciare la domanda: per quale ragione il Cav. dovrebbe uscire unilateralmente (o anche bilateralmente) da uno schema, quello della lotta aspra e irriducibile tra berlusconiani e antiberlusconiani, o con me o contro di me, che lo ha fatto sempre vincere? Quando gli avversari ce l'hanno costretto, togliendogli ogni pretesto per utilizzare quello schema, ci ha sempre rimesso.