Giuliano Ferrara risponde a Vittorio Possenti

Questo articolo è una svolta radicale

Giuliano Ferrara

Intellettualmente onesto, il filosofo politico cattolico in questo articolo afferma a sorpresa tre cose.

Leggi l'articolo di Vittorio Possenti: "Vita, disporne liberamente"

    Intellettualmente onesto, il filosofo politico cattolico in questo articolo afferma a sorpresa tre cose. La prima è che, sotto il profilo razionale, diverso e in questo caso opposto a quello della fede, la vita non è un bene indisponibile, a patto naturalmente che sia la propria vita e non quella degli altri. La seconda è che la Tecnica, che pretende di offrirci immortalità corporea e saggezza, che si comporta come la nostra guida totale, vince sulla Persona quando appronta per l'essere umano una vita artificiale, compresi quel nutrimento e quell'idratazione che negli hospice vengono sospesi ai malati terminali per evitare un inutile accanimento. La terza è che non esiste il diritto di morire, se inteso come suicidio assistito o eutanasia, ma deve essere riconosciuto il diritto di accettare la morte secondo la propria idea della dignità del vivere e del limite naturale della vita.
    Con questo articolo di Vittorio Possenti, voce autorevole ospitata anche dal quotidiano dei vescovi Avvenire, accademico pontificio nel settore delle scienze sociali e membro del comitato nazionale di bioetica, la discussione innescata dai casi di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro cambia di segno. Fino a ieri si trattava di un conflitto di teoria morale tra agnostici o cattolici “martiniani” da una parte e cattolici o laici “ratzingeriani” dall'altra. Da oggi diventa un conflitto culturale interno all'establishment del sapere cattolico al quale il professor Possenti appartiene. Una prima avvisaglia era arrivata con la decisione dei vescovi italiani di stimolare il legislatore italiano a produrre norme di legge sulla fase finale della vita, nel segno dell'incalzante offensiva in atto per il testamento biologico ma con l'intento di limitare i danni delle sentenze che autorizzano a rendere disponibile la vita di una persona in ragione di una sua decisione attuale o anticipata nel tempo. Ora con questo scritto c'è una base di libero pensiero e di argomenti rilevanti, articolati e impostati con serietà, che cambia il quadro della discussione. La continueremo nei prossimi giorni con commenti alle tesi di Possenti, la cui potenziale conseguenza culturale, civile e di diritto sarà ben chiara al lettore: nei casi Welby ed Englaro hanno ragione i sostenitori dell'autodeterminazione e torto coloro che si battono per l'indisponibilità della vita umana.

    Leggi l'articolo di Vittorio Possenti: "Vita, disporne liberamente"

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.