La nuova incarnazione del Cav. /4
Inutile continuare a fare il Kruscev, è tardi: ormai siamo all'altezza di Guzzanti e Verdone
Certo è che oggi, al Cav., il mondo deve apparire ingrato come ingrato appariva il sabato sera ai ragazzotti coatti di Carlo Verdone, quelli che cambiavano in continuazione pettinatura e non si capacitavano di avere sempre lo stesso grado di insuccesso con le ragazze, e allora si guardavano sconsolati i capelli.
Certo è che oggi, al Cav., il mondo deve apparire ingrato come ingrato appariva il sabato sera ai ragazzotti coatti di Carlo Verdone, quelli che cambiavano in continuazione pettinatura e non si capacitavano di avere sempre lo stesso grado di insuccesso con le ragazze, e allora si guardavano sconsolati i capelli dicendo: “Se li semo tajati, se li semo fatti ricresce, se li semo stirati, se li semo arricciati, se li semo colorati… ma che dovemo fa pa' risurtà?” – ove “risurtà”, voce del verbo (romanesco) “risultare”, stava per: ottenere l'agognato riconoscimento sociale previo raggiungimento dell'obiettivo. Non importa, dunque, stabilire se il Cav. si stia sovranizzando attraverso la riforma autarchica della giustizia o se si stia soltanto ribellando ai colpi inferti alla sua alacrità. “Lavoro tredici ore al giorno”, dice, e poi guarda fuori da palazzo Grazioli e vede un mondo pullulante di scansafatiche e attaccabrighe, per non parlare di Pier Ferdinando, che più gli apri la porta (sulla giustizia) più te la risbatte in faccia (sull'ingresso nel Pdl), e di quei due marxisti, Veltroni e D'Alema, di nuovo (fintamente?) uniti contro il diavolo di Arcore e in difesa dei ricchi, e non è bastata una Bicamerale fallita e una laison veltroberlusconica quasi sepolta: il Cav. fa una battuta ma intanto riduce l'ampiezza del sorriso elastico da sala stampa, ché un po' ci sperava ancora, nell'avverarsi del “lasciatemi lavorare” (e lavorate con/per me). Crudele appare, al suo occhio, l'approfittarsi di lui, uomo taumaturgico che non ha bisogno di vendetta perché ricco della generosità di chi ha plasmato il Paradiso (il governo berlusconiano secondo Berlusconi). Ed ecco che il Cav. trasecolando sbotta: ma come, non vedete tutto quello che ho fatto per voi, nonostante voi? E anche se sbatte idealmente la sua scarpa sul tavolo, roba che neanche il Kruscev d'antan, e dice “faccio da solo”, finisce per assomigliare – capriccio della nemesi – al Rutelli di Corrado Guzzanti, quello che diceva, afflitto: “A Berlusco', t'avemo portato il latte con le orecchie!”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano