La nuova incarnazione del Cav. /8
L'Amor nostro deve smetterla di prendere tutti a sberle. Faccia il tenerino e si ricordi di D'Alema
Perché li prende a sberle? Oh perbacco, mica è un mistero, sta scritto tutti i giorni sui giornali. Ho letto da un bel po' di tempo che Veltroni è dipietrizzato e che non pare dedipietrizzabile, “di uno come quello non mi fido”, ne ha detto il Cavaliere.
Perché li prende a sberle? Oh perbacco, mica è un mistero, sta scritto tutti i giorni sui giornali. Ho letto da un bel po' di tempo che Veltroni è dipietrizzato e che non pare dedipietrizzabile, “di uno come quello non mi fido”, ne ha detto il Cavaliere. Ho letto che ci saranno le elezioni in Abruzzo e che per il dipietrizzato potrebbero rivelarsi nemmeno una sconfitta, una catastrofe. Ho letto di un armistizio nel Pd, ma anche che, mentre Veltroni chiedeva a Bassolino un passo indietro, D'Alema andava a prenderci il caffè al bar della regione. Ho letto di uno scontro all'arma bianca nel Lazio, in Umbria e un po' dovunque, con i veltroniani all'assalto per il controllo, mi sembrava abbastanza disperato, di un partito su cui D'Alema continua a far più presa. Ho letto del caso Villari, e di Latorre, famoso braccio destro, il quale negava il complotto dalemiano, parlava di provocazione dei dipietrizzati, e soprattutto scriveva che “Scalfari aveva scritto il falso”. Ripeto: “Scritto il falso”, che non era una robina così. Avevo in proposito letto, qualche giorno prima, uno Scalfari furibondo il quale aveva parlato di una corrente del Baffino “addirittura con un assetto territoriale”, con l'obiettivo “di logorare la leadership veltroniana anche a costo di danneggiare la compattezza del partito”, uno Scalfari che sparava a palle incatenate contro una convergenza “tra la strategia del centrodestra e la spregiudicatezza di una corrente interna del centrosinistra”. Indovinate quale. Ho letto di una serie infinita di improcrastinabili chiarimenti interni al Pd che venivano e vengono regolarmente procrastinati, al di là delle telefonate congiunte. Ricordo perfino di aver letto, molto tempo fa, una disponibilità dell'Amor nostro nei confronti di D'Alema. Sbaglierò. Ma alla fine di tutte queste letture mi sono chiesto: è l'Amor nostro un figlio di mignotta? E mi sono risposto: sì. Intelligente? Sì. Ha imparato a far politica? Senz'altro. E allora, porcaccia la miseria, perché mai dovrebbe fare il tenerone col morituro, quando potrà fare il tenerino con quello che tra non molto lo ucciderà?
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