Boromanno fa esondare Roma nel suo doppione paracinematografico
E dunque, lo faranno. Nientemeno, un “parco sulla romanità”. A Roma, però. Uno avrà a portata di sguardo tanto il Colosseo vero quanto quello del gladiatore finto, l'arco di Tito in marmo e l'arco di Tito in compensato, il Tevere e il ruscello. “Un livello tecnologico e spettacolare che non abbia nulla da invidiare a Eurodisney”, ha assicurato il sindaco Alemanno.
E dunque, lo faranno. Nientemeno, un “parco sulla romanità”. A Roma, però. Uno avrà a portata di sguardo tanto il Colosseo vero quanto quello del gladiatore finto, l'arco di Tito in marmo e l'arco di Tito in compensato, il Tevere e il ruscello. “Un livello tecnologico e spettacolare che non abbia nulla da invidiare a Eurodisney”, ha assicurato il sindaco Alemanno. Sarà pure una buona cosa, hai visto mai – uno scambia due parole con Messalina, un'opinione con Seneca che non fa male, intreccia una conversazione con Caracalla (si capirà finalmente se dalle sue parti giocavano davvero a palla).
Certo, si fatica a immaginarsela, questa Romadisney appiccicata alle chiappe della Roma vera, pari pari certe città europee ricostruite nelle vallate della California, o San Pietro in Africa – come toccò di vedere un giorno (in un corale afflato di fede e megalomania) al povero Giovanni Paolo II. Sarà un affare, probabilmente, e il sindaco Alemanno, ora che è stata fortunatamente evitata l'esondazione del Tevere, con gran partecipazione sponsorizza l'esondazione della città stessa verso il suo doppione paracinematografico, e certo è un vero peccato che non sia più tra di noi un genio della regia e dell'immaginario come Sergio Leone, che fatto tanto mirabilmente “C'era una volta in America”, con non meno acume avrebbe potuto edificare una sorta di “C'era una volta a Roma”. I conti son conti, e come dice il vicesindaco della città, Mauro Cutrufo (che tra i primi, e con tenacia, ha sponsorizzato il progetto) “un'operazione di questa portata potrebbe davvero implementare le performance ricettive della Capitale”, così: implementare – di più, “il parco deve diventare un plus”, così: “un plus”.
E ieri Alemanno, sul Giornale, è passato all'indicazione pratica di ciò che si potrà trovare nella Romanella virtuale: “Tutto ciò che evoca la storia della Roma classica e imperiale. Dalle terme alle competizioni gladiatorie… Dopotutto sono un copyright romano, no?”. Sarà una meraviglia, un rumore di bighe in corse, qualche comparsa nel ruolo di cristiano, due o tre leoni (mansueti, però, da “Scherzi a parte”), un cavallo senatore a memoria di Caligola (se ne dovrebbero trovare con facilità), uno Spartacus (comunisticus) e un Nerone con una scatola di svedesi in mano – spettacolare sintesi, si spera, tra una fiction americana (già vista) e l'interpretazione di Petrolini (da rivedere). Né dovrebbero mancare – nella sintesi tra progetto economico, storico e fantastico – personaggi che nell'epica romana si sono guadagnati un loro posto di rilievo, da Romeo er mejo gatto der Colosseo a Gregorio er guardiano der Pretorio.
E come Totò faceva l'imperatore di Capri con un pappagallo sulla spalla, bello sarebbe un imperatore sintesi di tutti i Cesari, con un arzillo aquilotto sul cranio. Tutto sommato, una bella iniziativa: al posto della ruota panoramica, ecco la Roma panoramica, fuori dal raccordo anulare, ma a un tiro di schioppo da quella vera. Così, uno prima si fa un'idea provvisoria del Pantheon, poi va a vedere quello vero. Secondo certe aspettative del Campidoglio, l'ottavo colle dovrebbe attirare cinque milioni di turisti stranieri e tre milioni di quelli italiani. Appositi sondaggi lo assicurano – 4500 persone interpellate nel vasto mondo, e il 35 per cento di loro è disposto a scapicollarsi a Roma per vedere la Romanella. “Moltiplicare i numeri del turismo a Roma così come è avvenuto a Parigi per Eurodisney”, dice Alemanno. E' il salto qualitativo di Topolinia: da città dei sorci a città de Romeo (un antemarcia: già di suo filava, e ben prima di Eurodisney, con quella parigina smorfiosetta di Duchessa).
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