Così il capolavoro politico del Cav. può parlare francese con accento tedesco
La vicenda Alitalia ha una soluzione scritta negli astri da almeno un quindicennio e aver ritardato il compiersi di questo destino è servito solo a favorire un maggiore esborso dalle tasche degli italiani. Air France è il partner designato di Alitalia, ma il nord d'Italia ha diritto ad avere un suo grande aeroporto, soprattutto in vista del volano dell'Expo.
La vicenda Alitalia ha una soluzione scritta negli astri da almeno un quindicennio e aver ritardato il compiersi di questo destino è servito solo a favorire un maggiore esborso dalle tasche degli italiani. Air France è il partner designato di Alitalia, vecchia o nuova che sia, per ragioni geografiche (siamo vicini), commerciali (fanno parte già della stessa alleanza) e storiche (le due aziende e i management si conoscono). Ma il nord d'Italia ha diritto ad avere un suo grande aeroporto, soprattutto in vista del volano dell'Expo. Dunque, si tratta ora di trovare la quadra della spartizione della torta, detto in senso assolutamente non moralista.
Il capolavoro politico del premier Silvio Berlusconi – mettere su una cordata italiana per Cai, porci a capo un capitano coraggioso non inviso all'opposizione e riunire dietro a lui molti imprenditori niente male del nord ma non solo, salvando Air One e imbarcando come banca di sistema Intesa Sanpaolo, versione Corrado Passera – si sta rivelando per una faticosa (per i soci di Cai e per i contribuenti) impresa economica che culminerà nel giro di qualche anno in un “portage”, in sostanza una vendita, ai francesi di Air France, che da subito avranno un 25 per cento della compagnia pagando circa 300 milioni di euro. Ai francesi interessa, prima o poi, la gestione dell'azienda, ma non interessa Malpensa. Ai tedeschi di Lufthansa, invece, non interessa la gestione o cogestione dell'azienda alitaliana – tant'è vero che sebbene godano di forti sponde nel cda della nuova Alitalia, non hanno avanzato una reale offerta – ma interessa Malpensa, visto che da tempo stanno investendo in termini di pubblicità sul nord d'Italia e hanno già un accordo operativo dal 2009 con la Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi.
Ora Berlusconi svolge nel migliore dei modi il suo ruolo di grande imprenditore, usando i francesi contro i tedeschi e viceversa. Per questo parla poco. La politica dei due forni per la nuova Alitalia ha già ottenuto rialzi di prezzo da parte dei francesi e tiene aperta la porta ai tedeschi per il nord. Anche delle liberalizzazioni dei diritti di volo e della revisione degli accordi bilaterali per volare su Malpensa il governo preferisce non parlare proprio perché questi temi fanno parte della trattativa. Chi ha comprato la nuova Alitalia comprensiva di Air One ha comprato anche dei diritti esclusivi, in sostanza una posizione da quasi monopolista, è naturale dunque che faccia fatica a rinunciare a questa primazia. Però alla fine è ragionevole pensare che tutti sappiano che andrà proprio così: ai francesi Alitalia, Fiumicino e gran parte del traffico italiano; ai tedeschi una posizione forte su Malpensa che, grazie alla liberalizzazione di un po' di diritti di volo, alla revisione degli accordi bilaterali tra stati e all'Expo, potrà rilanciarsi come secondo (quasi) hub italiano.
La torta può dunque essere spartita e non è detto nemmeno che alla fine non ne guadagnino tutti una bella fetta. Certo, il tempo stringe, visto che venerdì si riunisce il cda di Air France e il 13 gennaio dovrebbe partire la nuova nuova Alitalia, e le sorprese sono sempre possibili, ma per il governo che, secondo il tradizionale stile italiano di gestione dei rapporti tra economia e politica, si trova nell'inevitabile posizione di broker l'impresa di trovare la quadra non è impossibile. Il capolavoro politico del Cav. potrebbe alla fine riunire l'Italia parlando un po' francese e un po' tedesco: il partito del teutonico e federalista nord leghista e del bavarese Formigoni avrebbe una Malpensa con possibilità di crescita, una compagnia tedesca seria con un ruolo forte e un po' di slot da dare alle compagnie più piccole vogliose di atterrare sull'Expo; il partitone centralista e più nazionalista del centro alemanniano sarebbe orgoglioso di vedere Fiumicino come base della compagnia di bandiera alleata con la grandeur francese. In fondo, a pensarci bene, è lo stesso schema del '94 e di sempre: Berlusconi forte al nord alleato con la Lega e l'Italia più federalista e liberista; Berlusconi forte al centrosud alleato con An e l'Italia più centralista e da economia sociale.
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