Notte da orbi

Mariarosa Mancuso

Grande assente, “Revolutionary Road” di Sam Mendes: era in tutti i pronostici della vigilia assieme a Kate Winslet – che per la sua Madame Bovary con famiglia in Connecticut e ambizioni a Parigi ha già vinto un Golden Globe (un altro lo ha avuto per “The Reader”, storia di passione e amene letture, con il nazismo sullo sfondo) – e al bravissimo Leonardo DiCaprio.

    Grande assente, “Revolutionary Road” di Sam Mendes: era in tutti i pronostici della vigilia assieme a Kate Winslet – che per la sua Madame Bovary con famiglia in Connecticut e ambizioni a Parigi ha già vinto un Golden Globe (un altro lo ha avuto per “The Reader”, storia di passione e amene letture, con il nazismo sullo sfondo) – e al bravissimo Leonardo DiCaprio. Ha ottenuto invece la sua nomination l'attore Michael Shannon: in licenza premio dal manicomio, è l'unico a cogliere la velleitaria follia della coppia. Ma non serve lamentarsi, né accusare l'Academy di questo o quel misfatto. Tutto dipende, spiega Variety, dal macchinoso sistema adottato per le candidature. Collaudato in Australia prima dell'esportazione a Los Angeles, dovrebbe garantire che tutti i votanti abbiano voce in capitolo quando si compilano le cinquine. Dopo il tempo necessario per capire come funziona (matita alla mano e appunti sul foglietto), ne abbiamo ricavato un'unica certezza: il titolo di un film o il nome di un attore presente su tutte le schede può tranquillamente venire escluso. Così vuole la teoria, smentita dalla pratica: le cinquine importanti sembrano fatte con lo stampino.

    Dei filmoni da Oscar – sfarzo produttivo, trama che attira le lacrime – sopravvive tra cinque candidati “The Curious Case of Benjamin Button” (e David Fincher strappa la nomination come miglior regista, Brad Pitt come migliore attore, invecchiato dal miglior trucco, e un'altra manciata di probabili statuette). “The Millionaire” e il suo regista Danny Boyle fanno il pieno, seguiti da “Milk” di Gus Van Sant, dal bellissimo “Frost/Nixon” di Ron Howard – tutti e due raccontano una storia vera, il secondo con una sceneggiatura più grintosa –, da “The Reader” di Stephen Daldry, da “Il dubbio” di John Patrick Stanley: non compare tra i cinque film, ma candida i veterani Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman, più la giovane e nera Viola Davis, tra gli attori da Oscar. Sean Penn politico gay dovrà vedersela con il wrestler Mickey Rourke nel film di Darren Aronofsky, noi facciamo il tifo per il secondo. Heath Ledger ottiene una nomination postuma come non protagonista, l'unica statuetta su cui vale la pena di scommettere. Contro il suo Joker nel “Cavaliere oscuro”, neanche Robert Downey jr – che in “Tropic Thunder” è un attore australiano pluripremiato agli Oscar – può farcela.