Stop the botox

Annalena Benini

Le signore del botox hanno un vezzo in comune, oltre alla perduta mobilità facciale: trovano che le rifatte siano inguardabili.

    Le signore del botox hanno un vezzo in comune, oltre alla perduta mobilità facciale: trovano che le rifatte siano inguardabili. Le altre, naturalmente. Anche le più sincere, quelle che ammettono una percentuale di ritocchi, non resistono alla tentazione di sparlare delle colleghe. Margherita Boniver, bellissima deputata, ha coraggiosamente raccontato al Corriere il proprio dramma botulinico (bolle, rigonfiamenti, cambiamento di connotati, difficoltà a parlare) dovuto al rigetto di una di quelle sostanze paralizzanti che si iniettano fra le rughe, e non ha resistito: “Ecco, ora mentre le parlo sono dal parrucchiere. Accanto a me c'è una signora con le labbra a canotto, tutta tirata. Ridicola”.

    Nell'universo delle facce lisce, nel mondo degli occhi spalancati e degli sguardi stupefatti non c'è alcuna solidarietà, e belle donne con strane fronti che riflettono la luce ridono (o almeno ci provano, ma la bocca fatica a piegarsi) di altre che si sono gonfiate troppo gli zigomi, si scandalizzano per il diseducativo seno della concorrente del Grande fratello, trovano che Pamela Anderson abbia trasmesso un modello culturale sbagliato. Nessuna si ricorda più che faccia aveva, prima, e per questo tutte le facce tendono via a via ad assomigliarsi: Nina Moric e Michael Jackson, Calista Flockhart e Meg Ryan, Simona Ventura e Jack Nicholson (e le tette di Anna Tatangelo e quelle di Cristina Chiabotto). Non esistono i ritocchi naturali: in un minuto di punturine si perde qualche ruga e la faccenda è esaltante, ma la volta dopo è già troppo, “si varca una frontiera psicologica e si entra in un altro paese” (scrisse una volta il direttore di Vogue inglese, Alexandra Shulman), non si sembrerà per nulla più giovani, ma sempre di più palloni con gli occhi che spingono verso il retro della testa, come chi vive in fondo al mare. Senza riuscire a smettere.

    Come Nicole Kidman, che per un lungo momento pre ritocchi è stata la donna più bella del mondo, e ora invece chiunque può permettersi di fare battute sui suoi cuscinetti facciali. Un critico americano ha scritto, a proposito di “Australia”, bel polpettone autoironico che teorizza l'indispensabilità di un mandriano per ogni ragazza di buona famiglia: “Il regista Baz Luhrmann con le mandrie fa miracoli, ma non gli riesce di far muovere la fronte della Kidman”. Non è vero che le rughe sono belle e che rendono le donne affascinanti, ma il botulino è peggio: ci si sbrodola addosso il caffè perché le labbra sono paralizzate, non si può mangiare in pubblico, si dorme la notte con un occhio spalancato e uno chiuso, si appare eccitate e contente anche ai funerali, si tengono coperte le braccia per non svelare il contrasto con le guance. Soprattutto ci si consola faticosamente, sparlando del troppo botox delle altre.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.