Bresso e l'asse del sacro

Giuliano Ferrara

Quando Mercedes Bresso grida al suo arcivescovo Saverio Poletto: “Non siamo la Repubblica degli ayatollah!”, uno pensa che la presidente della regione Piemonte è, per parlare il linguaggio della sua corrente culturale e civile, “islamofoba”.

    Al direttore - E se fosse la Mercedes Bresso il nuovo ayatollah dei laicisti militanti e combattenti guardiani del relativismo culturale?
    Salvatore Russo, Roma

    Quando Mercedes Bresso grida al suo arcivescovo Saverio Poletto: “Non siamo la Repubblica degli ayatollah!”, uno pensa che la presidente della regione Piemonte è, per parlare il linguaggio della sua corrente culturale e civile, “islamofoba”. Altrimenti uno può sospettare che ella creda nella “superiorità” della nostra civiltà politica, luogo di apertura mentale siffatto, che le strutture pubbliche vi sopprimono i disabili gravi a richiesta di giudici ideologicamente attrezzati a emettere sentenze di morte. In realtà, l'asse del sacro è così definibile: su aborto ed eutanasia hanno ragione i cattolici e gli islamici, e torto gli atei.

    Leggi “Mercedes non sa di che parla”

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.