Brutta giornata per i pro-life americani
Obama è presidente da cinque giorni, e già sul fronte bioetico sembra tirare un'aria diversa. Essendosi circondato di pro-choice, potrebbe firmare il Freedom of Choice Act, il documento che cancella molti dei limiti esistenti all'aborto. Gli antiabortisti cercano disperatamente di farsi sentire.
Obama è presidente da cinque giorni, e già sul fronte bioetico sembra tirare un'aria diversa. Ieri la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente, come più volte ribadito, avrebbe firmato un decreto che ripristina i finanziamenti alle cliniche e alle Ong abortiste, quelli bloccati da Reagan nel 1984, ripristinati da Clinton e nel 1993 e nuovamente vietati nel 2001 da Bush. Ma ieri non è stata soltanto la giornata della cosiddetta “Mexico City Policy”, dal nome della città in cui Reagan annunciò la sua decisione. La Fda, l'autorità americana che autorizza i farmaci e le ricerche scientifiche, ha detto sì alla prima sperimentazione di una terapia basata su cellule staminali embrionali. Certo lo studio delle 22.000 pagine di dati presentate dalla californiana Geron, titolare della sperimentazione da tre miliardi di dollari, ha richiesto alla Fda ben più di cinque giorni. Ma il presidente della società ha dichiarato senza problemi che “questa approvazione è direttamente legata al cambio di Amministrazione” e si è detto convinto che l'Amministrazione Bush abbia fatto pressioni sull'authority per ritardare l'inizio della sperimentazione. La terapia è stata lanciata sulla stampa americana e inglese come la soluzione alla paralisi dalla vita in giù. Prevede l'utilizzo di “fattori di crescita” (quelle proteine che stimolano la proliferazione e la differenziazione cellulare) su cellule staminali embrionali in modo da ottenere delle cellule dette “oligodendrociti”.
Queste serviranno a riparare la spina dorsale danneggiata. In pratica si tratta di prendere un embrione, spezzettarlo, prelevare i pezzetti utili e iniettarli nel corpo di un adulto. Poco importa che esistano sperimentazioni bisognose di finanziamenti che promettono (con risultati) di raggiungere lo stesso identico scopo ma con cellule staminali adulte, cioè non prelevate da un embrione. Ora sarà sufficiente attendere che almeno uno dei sette centri individuati dall'azienda dia la sua disponibilità e la fase I del trial, la prima parte della sperimentazione, potrà partire. Ma non sono soltanto i pro life a spaventarsi: nell'ambiente medico qualche neurologo teme che l'essere riuscita a far di nuovo zampettare dei topi zoppi non faccia necessariamente di questa terapia la migliore soluzione possibile al problema. E forse non valeva la pena di darle l'opportunità di essere la prima sperimentazione di questo genere. Per non parlare del fatto che le staminali embrionali impiantate possono causare tumori e aggravare la situazione. Eppure il video con i topini sgambettanti deve aver convinto la Fed. Geron si vanta di aver pagato i 45 milioni di dollari necessari alla preparazione dello studio tutti da sola, nonostante i limiti ai finanziamenti per la ricerca sulle staminali embrionali (fissati da Bush nel 2001) non costituissero un ostacolo alla presentazione della domanda di approvazione. Ma l'Amministrazione “ha rallentato ogni progresso in questo campo”, ha detto il presidente della società, meglio arrangiarsi da soli.
Brutta giornata per i pro-life americani. Oltre al timore per l'influenza indiretta del nuovo presidente sul sistema, la loro paura maggiore restano le scelte che dipenderanno direttamente da lui. Soprattutto dopo la mossa – se pur annunciata – della revoca del bando ai finanziamenti per la pianificazione familiare. Essendosi circondato di pro-choice, Obama potrebbe firmare il Freedom of Choice Act, il documento che cancella molti dei limiti esistenti all'aborto. Gli antiabortisti cercano disperatamente di farsi sentire. Per il 36esimo anniversario della sentenza della Corte suprema Roe vs Wade che ha legalizzato l'interruzione volontaria di gravidanza, hanno organizzato una duegiorni di manifestazioni culminata con la tradizionale “March for life” del 22 di gennaio, da Washington a San Francisco. E nel giorno dell'ingresso di Obama alla Casa Bianca i cattolici del Fidelis Center for Law and Policy hanno lanciato sul canale Black Entertainment Television il primo di una serie di video della campagna “Life, Imagine the Potential”. Il filmato – anticipato sul sito dell'organizzazione, www.CatholicVote.org – mostra un bambino nella pancia della madre come in un'ecografia. “Il futuro di questo bambino è una casa distrutta – appare a caratteri bianchi al ritmo dei violini (e del piccolo cuore che batte) – Sarà abbandonato da suo padre. Sua madre, da sola, lotterà per farlo crescere. Nonostante le difficoltà ce la farà. Questo bambino diventerà il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti”. E sul volto di Obama (da adulto) lo slogan della campagna: immagina le potenzialità.


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