Perché è quasi impossibile sfuggire al Grande fratellamento

Stefano Di Michele

Poi, quando anche la Gialappa's è andata a dormire e le pomiciate del giorno prima si tramutano in rancore e in un groviglio di “cazzo” e “merda” e “sigaretta! sigaretta!” la notte si muta in giorno e il giorno si tramuta in notte – si rimane lo stesso lì davanti, occhi sbarrati sul nulla del video a fissare occhi sbarrati sul nulla esistenziale.

    Poi, quando anche la Gialappa's è andata a dormire e le pomiciate del giorno prima si tramutano in rancore e in un groviglio di “cazzo” e “merda” e “sigaretta! sigaretta!” la notte si muta in giorno e il giorno si tramuta in notte – si rimane lo stesso lì davanti, occhi sbarrati sul nulla del video a fissare occhi sbarrati sul nulla esistenziale. Due di notte. Persino la Marcuzzi, che a forza di bifidus activo ha preso regolarità intestinale e, beata lei, regolarità biologica, ormai dorme. Sfinita, si suppone: in video si è appena assistito alla prima disputa sindacal-lavorativa affrontata tra avvocati e lavoratrice in un confessionale (televisivo, infatti ecco il titolo del Corriere: “Daniela nel confessionale con gli avvocati”) e alla riconsegna (virtuale) a un ragazzo che non la vedeva da una ventina d'anni di sua mamma. Nel cuore della notte restano piatti sporchi, gente in mutande, panni sparsi, risatine oscure, chiacchiere a vuoto, maschi contro femmine e femmine contro maschi – a parte tutto tale indefinito ammasso, la casa è correttamente ecologica, “in linea con le preoccupazioni globali legate all'ambiente”.

    L'altra sera, al Grande fratello (e la gloria dell'Auditel certifica l'inutilità di ogni possibile stupore, per non dire di ogni sciocca indignazione) è stata una serata, diciamo così, indimenticabile. Ad assistere all'uscita dalla baraccopoli di gran lusso di Canale 5 della hostess Daniela Martani – e lacrime da non dire, e tormenti a non finire – a momenti c'era più gente di quella che aveva assistito all'insediamento di Obama. Una roba che, non per scherzo, da Colaninno a Vittorio, “diploma di geometra a Roma, in America ha conseguito quello di ‘life guard'”, tutti hanno dibattuto, e persino la Marcuzzi ne ha anticipato l'evento in diretta al Tg5 – e quella sempre sospirava e si commuoveva sospesa su tacchi altissimi, “è una ritorsione nei miei confronti”, molto l'Alitalia deve temere la sua verve di “pasionaria” – e a forza di appellarla tale, tra televisioni e giornali (che ieri alla faccenda dedicavano intere paginate: evento che onestamente Gutenberg non poteva prevedere), uno s'immagina la tratta Roma-Tokyo in compagnia di Dolores Ibarruri.

    Daniela, con tanto di annotazione della saggia mamma sul valore del posto fisso – che poi, quante domeniche puoi passare a schiamazzare a Buona domenica? – ha dunque scelto ed è uscita da quella bolgia senza capo né coda, senza notte né giorno, senza certezze né discrezione – al confronto, tutta la vertenza Alitalia appare lieve come la Primavera di Vivaldi. Eppure, alle due di notte ancora gli occhi fissi sul nulla. Inguardabile – lo stesso sei lì che non smetti di guardare – questa sagra di rancori e scopate sotto le coperte e pettorali scolpiti e tette della sesta misura e discussioni dove le frasi hanno meno senso compiuto di quelle ascoltate ai cellulari in tram.

    Con Alfonso Signorini in studio che ispirato e dolente rimprovera ai maschi di casa – due: un ormeggiatore senza un ideale di donna perché “se lo avessi mi sentirei limitato” e uno studente-calciatore che “si ritiene un leader naturale” (tutte le informazioni sul sito ufficiale della trasmissione) – di non avere “gli attributi”, mentre quasi tutta la serata è andata in chiacchiere intorno a una vispa concorrente che un po' si è dedicata a uno e un po' all'altro, “non ho ancora scelto, mi piacciono tutti e due e sono stata male per questo”, e i due ganzi a fare comunella, “siamo noi comunque a decidere”. Si capisce che uno non dovrebbe stare lì – tra chi piange e chi ride e chi litiga e chi (non) si vergogna e chi ci prova: una bionda cercava disperatamente di ormeggiare l'ormeggiatore dalle sue parti – ma è irresistibile come quasi tutte le cose che non si dovrebbero fare. Gente da licenza media – non che questo sia un limite, perché poi c'è chi fa Scienze della comunicazione, e allora si può pure pensare che sia meglio fermarsi prima – e professioni disparate.

    A caso (dalle schede ufficiali): “Barista, saltuariamente lavora come hostess in congressi ed animatrice per agenzie che trattano eventi. Ha fatto qualcosa anche nel campo della moda”, poi dicono complicata la professione di fisico nucleare; “professional windsurfer”; “è stata una delle semifinaliste nell'ultima edizione di ‘Veline'” (l'informazione alla voce “lavoro”); “maggiordomo di casa Savoia e assistente personale della principessa Maria Doria”, dunque “è partito dal nulla, ma ora è ‘l'uomo di fiducia di una donna molto in vista'”, cribbio!; uno che “si ispira al modo di sedurre di Dean Martin”, roba che manco il Cav. se ne rammenta più; una macellaia che “negli ultimi tempi ha frequentato un corso di taglio e cucito” (la strada della redenzione?); quello che non sopporta “le persone che vogliono stare sempre al centro dell'attenzione” – e si è andato a cacciare in un posto con le telecamere sempre accese; chi si definisce “un creativo su svariati fronti, un poliedrico”; la ragazza che come mestiere ha quello di “artista, performer di spettacoli con il fuoco nei locali”.

    Ce n'è un altro curioso: libro preferito “I demoni” di Dostoevskij, promette bene, e come caratteristica “sono molto riservato” (al Grande fratello?). Un mondo alla rovescia di smutandati che dormono ammucchiati a casaccio nei letti, vanterie da caserme, mamme che apprendono così che la figliola faceva la cubista mica la barista, e che un giorno si ripresentò con la sesta di reggiseno, “se l'è pagata di tasca sua quando aveva diciotto anni. Ora ho capito da dove arrivavano quei guadagni”. E tutti a strillacchiare – i ragazzi! i ragazzi! – anziché mettere mano allo scopettone. Il deprecabile fatto (grande e mesto) spettacolo. La mattina dopo sei pentito e giuri di non farlo più – come dopo troppe frappe fritte a cena. Meglio provare a imbarcarsi per Tokyo…