Senza carezze

Annalena Benini

Saturna ha cominciato a morire durante il viaggio di ritorno dalla montagna, diciassette anni fa, dopo che gli amici di Eluana li avvertirono dell'incidente. Era la prima volta che la figlia non andava con loro: le avevano lasciato la macchina grande per stare più tranquilli e avevano preso la Y10.

    Senza le carezze di una madre il buio è buio assoluto. Senza di lei, Saturna, che le portava i peluche e le fotografie, le sistemava il cuscino, Eluana Englaro è più sola. La madre è malatissima, con gravi complicazioni, da molto tempo, praticamente dall'istante dell'incidente, senza più parole, annegata nel dolore che strappa i capelli e che non prevede rinascite, “si è consumata come una candela, fin dal primo giorno”, ha raccontato pochi anni fa Beppino Englaro a Cristiano Gatti del Giornale. Saturna ha cominciato a morire durante il viaggio di ritorno dalla montagna, diciassette anni fa, dopo che gli amici di Eluana li avvertirono dell'incidente. Era la prima volta che la figlia non andava con loro: le avevano lasciato la macchina grande per stare più tranquilli e avevano preso la Y10.

    Non c'è nulla di paragonabile al dolore di una madre per la figlia, non c'è nulla di paragonabile a una madre per sua figlia. “Per nessun altro al mondo Eluana è quel che è per me”, e le portava, nell'istituto di Lecco dove l'aveva partorita e ora sperava di vederla venire di nuovo al mondo, bei vestiti e bella biancheria perché anche in quel letto Eluana fosse sempre stupenda, come nelle foto in cui entrambe risplendono di vita e la mamma è fiera di quello splendore. Lei che non aveva potuto crescere con la propria madre, che era stata sfortunata e poi finalmente aveva avuto quella figlia luminosa: quando Eluana era bambina il padre Beppino c'era poco perché lavorava in Germania, così loro due si sono abituate a vivere cementificate l'una all'altra.

    Un padre può impazzire dal dolore (“Se vuole immaginarsi l'inferno su questa terra, pensi a noi”, disse Englaro) e sognare persino di ricominciare, ma una madre a questo dolore non può sopravvivere: pensare che qualcun altro al posto suo dovrà dare a Eluana da bere, alzarle le spalle quando ha la tosse (lo faceva la suora, prima, adesso chissà), pulirle il viso, guardarla con amore, aspettare. Una madre lo sa: solo una madre può farlo, quando lei non ci sarà la sua bambina lo sentirà. Così la mamma scompare nelle lacrime e nel male che entra nel corpo, senza più forze, senza speranza: non ce la fa, ed Eluana rimane senza carezze.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.