Un principio di giustizia naturale e di morale pratica
Vita e morte sono l'alfa e l'omega della decisione politica. Il potere democratico è investito dalla questione decisiva di questo secolo. Dopo il Novecento, anni in cui i totalitarismi hanno assoggettato il mondo a tecniche burocratiche di sterminio eugenetico e razziale, la vera decisione è su come trattare la vita umana, come impedire che la sua integrità biologica e spirituale soccomba di fronte al nullismo che pervade i tempi.
Guarda il video di Berlusconi che annuncia il decreto
Vita e morte sono l'alfa e l'omega della decisione politica. Il potere democratico è investito dalla questione decisiva di questo secolo. Dopo il Novecento, anni in cui i totalitarismi hanno assoggettato il mondo a tecniche burocratiche di sterminio eugenetico e razziale, la vera decisione è su come trattare la vita umana, come impedire che la sua integrità biologica e spirituale soccomba di fronte al nullismo che pervade i tempi. Un miliardo di aborti, pianificazioni familiari selettive di impronta eugenetica, nuove tecnologie messe al servizio di una spietata selezione della razza e del sesso con centinaia di milioni di missing women in Asia, degradazione a materia inerte di embrioni dotati della struttura cromosomica unica e irripetibile di un individuo, deliri scientisti, cupi protocolli di disidratazione o di estinzione di malati indegni di vivere.
Su questa catastrofe storica abbiamo impegnato lavoro e passione e intelligenza e un pizzico di follia intorno a questo giornale. Da anni. Procedendo da atei imprudenti, come dice Enzo Jannacci, fuori e dentro le mura della chiesa cattolica. Sempre più visibilmente. Affrontando rischi. Vincendo battaglie epiche, in qualche caso. Andandoci a schiantare, soli, contro altissimi muri di sostegno all'ideologia vincente, in altri casi. Combattendo sempre la casta intellettuale del laicismo di stato, con il suo fanatismo e la sua religione di morte, e la corrente sentimentale dei cristianucci che odiano assumersi le proprie responsabilità e corrono verso approdi sempre nuovi del relativismo etico.
Ora l'Anarca, quello strano Berlusconi che sembrava sordo a ogni richiamo non utilitaristico o pragamtico o politicista, sconvolge improvvisamente ogni schema. Si dimostra capace di un atto di ragione e di coraggio politico inaudito. Parte dalla sostanza della cosa: stanno uccidendo una persona, per incomprensibili ragioni ideologiche, e io voglio impedirlo. Nomina le cose con il proprio nome, rifiuta di piegarsi al linguaggio edulcorante che nega le persone nel discorso prima di negarle con l'eliminazione fisica. Si ribella alle intimidazioni settarie della compagnia della cattiva morte. Berlusconi antipolitico e pre o post politico rinasce così come leader della nazione e come espressione significativa della società contro la rozzezza delle culture istituzionali tradizionali, incarnate dall'atteggiamento negativo e ostruzionistico del presidente della Repubblica.
Berlusconi va fino in fondo, decreto e disegno di legge, allo scopo di esercitare un principio di giustizia naturale e di morale pratica: salvare la vita della signora Englaro, una cittadina italiana in età adulta costretta a morire di fame e di sete tra le esigenze del cuore di una soffocante paternità, le pretese culturali di un decreto giudiziario basato su una “volontà presunta”, l'incitamento di un ceto intellettuale che vuole sbarazzarsi anche solo dei residui di illuminismo e di razionalismo cristiano, incompatibili con la religione secolarista di quelli che blandiscono a ogni passo la fede sentimentale, privata, silente, clericale, cristianuccia, ma detestano il confronto effettivo con la moralità popolare, il common sense, la tradizione, la lezione e la carezza umano-divina di Gesù di Nazaret. Bravo Berlusconi. Non mollare.
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