Parla il ministro dell'Interno

Maroni spiega i principi non negoziabili del governo (e della Lega)

Claudio Cerasa

Alle venti e quindici minuti di tre giorni fa, quando da pochi istanti il cuore di Eluana aveva ormai smesso di battere, la prima persona a parlare con il presidente del Consiglio è stata il ministro dell'Interno Roberto Maroni. In questa intervista con il Foglio, il ministro ricorda come Silvio Berlusconi sia rimasto molto colpito dalla vicenda Englaro.

    Alle venti e quindici minuti di tre giorni fa, quando da pochi istanti il cuore di Eluana aveva ormai smesso di battere, la prima persona a parlare con il presidente del Consiglio è stata il ministro dell'Interno Roberto Maroni. In questa intervista con il Foglio, il ministro ricorda come Silvio Berlusconi sia rimasto molto colpito dalla vicenda Englaro, e questo non soltanto nelle ultime ore di vita della ragazza di Lecco ma bensì da molto tempo prima.

    E' un grave errore – spiega Maroni – credere che Berlusconi si sia interessato alla vicenda in maniera improvvisa. L'atteggiamento del presidente nei confronti del caso è stato meditato a lungo ed è frutto di una sua convinzione personale: quello di Berlusconi è stato il tentativo di scongiurare la morte di una persona per fissare nel minor tempo possibile delle regole che avrebbero evitato quello che alla fine è successo, ovvero l'introduzione di fatto del principio dell'eutanasia nel nostro paese. Un principio inaccettabile soprattutto per un partito che, come la Lega, è e sarà sempre per la vita a qualunque costo. Non so dire – continua Maroni – se questo sia stato un assassinio o meno. Io sono solo convinto che si poteva aspettare qualche giorno in più per dar modo al Parlamento di stabilire regole. Naturalmente, parlare di morte naturale in un caso come questo è un'inesattezza, perché la morte di Eluana è stata una morte indotta. Nell'ordinamento penale italiano c'è un reato preciso che si chiama ‘omicidio del consenziente', e che significa che anche se io voglio essere ucciso nessuno mi può dare la morte perché la vita è un bene infungibile. Indisponibile. Nel senso che io non posso e non devo disporre della vita degli altri e neppure della mia”.

    Il ministro ha riflettuto anche sul ruolo che in questa vicenda ha avuto il mondo cattolico. Maroni non è convinto che esista una vera vulnerabilità del cristianesimo e sceglie dunque di inquadrare il problema sotto una lente diversa. “Io credo che il cristianesimo sia ben saldo nei suoi principi e in quel sistema di valori che il Papa richiama quotidianamente. A mio avviso, il punto è che oggi non c'è una solida rappresentanza politica del cristianesimo: non è un problema, ma sarebbe ingenuo non dire che si sente che il mondo cattolico non ha più quella cinghia di trasmissione diretta che aveva un tempo con la Dc”. Anche per quanto riguarda lo scontro avuto a inizio settimana sia con Famiglia Cristiana sia con il segretario del Pd su alcuni provvedimenti previsti nel pacchetto sicurezza (“L'Italia sta precipitando verso le leggi razziali”, ha scritto il settimanale), Maroni ricorda che “sui temi di mia competenza con le voci ufficiali della chiesa questo governo ha un ottimo rapporto: non sempre le visioni coincidono ma c'è un dialogo costruttivo ispirato anche a quei continui e importanti richiami fatti da Benedetto XVI sulla necessità di un confronto su ogni tema possibile”.

    Un confronto che Maroni vorrebbe portare avanti anche con il Pd, ma che ultimamente, soprattutto con il suo segretario, gli riesce un po' più difficile del solito. “La verità è che io riesco a dialogare con i ministri di sinistra di mezza Europa, ma con alcuni esponenti del Pd non mi riesce così facilmente. La tara politica della sinistra, soprattutto in tema di sicurezza e immigrazione, purtroppo è simile a quella che si è intravista sul caso Englaro: chi non la pensa come me è il male assoluto. La sinistra italiana ha un serio problema di strabicità, perché le quattro norme più importanti previste dal mio pacchetto sicurezza – abolizione del divieto dei medici di segnalare alla polizia i clandestini, il reato di immigrazione clandestina, il permesso di soggiorno e il permesso di soggiorno a punti – sono norme presenti negli Stati Uniti e in tutti i paesi europei; e sono spesso introdotte persino da governi di sinistra. Oggi bisogna che si capisca finalmente che l'Italia è il paese che dà migliori condizioni e facilitazioni a chi arriva, ma è ancora poco rigoroso, e questo è stato anche uno dei motivi che ha attratto e attrae tutta questa immigrazione clandestina in Italia”.

    Oltre al pacchetto sicurezza, poi, il ministro ricorda che c'è un altro “paletto oltre il quale la Lega non potrà tollerare che si vada. Non rispettare gli impegni presi sul federalismo – dice – sarebbe per noi inaccettabile. Questa è la ragione della nostra alleanza con Berlusconi e il Pdl, e non ho motivo di dubitare che gli accordi e i tempi saranno rispettati. Che significa che entro maggio ci deve essere e ci sarà il federalismo”. In vista delle prossime amministrative, infine, Maroni confessa che in questi giorni c'è un argomento di discussione nuovo con il Pdl: quello di presentarsi alle elezioni, in alcune città, senza allearsi con il Pdl. “So che in questi giorni con Berlusconi se ne sta parlando, ma queste sono cose che deciderà Bossi”.

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.