L'Elefantino risponde ai lettori
La trasgressione di Benigni è sempre un'effusione di bene
Dicono che è stato delicato e chaplinesque e oratore perfetto. Devo fidarmi dei miei amici. L'idea in sé di leggere il magnifico ma inoffensivo De profundis di Wilde mi sembra rétro e scioccamente sentimentale. Benigni non fa mai un vero scandalo, appena difende la trasgressione, la trasgressione diventa dolce effusione di bene.
Al direttore - Opportunità. Il Pd potrebbe puntare su un triumvirato: Dario, Pupo e Youssou Ndour.
Maurizio Crippa
Al direttore - Benigni dice che l'unico peccato è la stupidità. Credo che alla lista possa essere aggiunta la malafede. Un Benigni che, accodandosi alle lobby corazzate del mondo gay, lancia quel tipo di attacco “morale” preventivo contro una canzone di qualsivoglia genere, mi fa venire in mente pensieri cupi. E' arrivato a far balenare l'immagine dei campi di concentramento nazisti pur di mettere fuori gara (prima ancora che ci entrasse) Povia. Progressista doc, migliore alla maniera di Berlinguer, si scaglia con veemenza degna di sé contro la libertà di espressione. Intanto le liberalissime associazioni gay hanno tentato di non far cantare Povia, vomitandogli contro una violenza a cui non riuscivo a credere. Vogliono la libertà di espressione, ma solo per se stessi. Il libero dibattito su tutto, ma non su quello che non gli garba. Povia nella canzone dice semplicemente che l'ambiente può avere un ruolo nel determinare la sessualità di una persona. E' scandaloso? A me pare di no. L'unico scandalo che vedo è quello per cui dobbiamo stare tutti allineati e coperti sulle posizioni dell'Arcigay. Comprerò il cd di Povia.
Massimo Bassetti, via Web
Al direttore - Ma è vietata la normalità in questo paese? Dire che uno ha trovato nell'amore di una donna la sua strada nella vita, la sua vocazione, fino a diventare padre, non è più secondo la norma? Viva Povia, uno che sembra un idraulico, e abbasso i paladini per contratto delle astratte categorie discriminate, tanto alla moda che se non sei d'accordo con loro sei brutto, sporco, razzista così che a Sanremo invece del “ricchione” (orrore) ti danno del cafone. Mentre loro in prima fila in tv e tu, uno dei tanti, domani a lavorare per portare a casa pane e companatico.
Giorgio Tomasino, via Web
Dicono che è stato delicato e chaplinesque e oratore perfetto. Devo fidarmi dei miei amici. L'idea in sé di leggere il magnifico ma inoffensivo De profundis di Wilde mi sembra rétro e scioccamente sentimentale. Benigni non fa mai un vero scandalo, appena difende la trasgressione, la trasgressione diventa dolce effusione di bene: e leggimi Genet o Tondelli o Arbasino! Eccitami, fammi pensare, straniami, oh grandissimo buco prataiolo!
Al direttore - Perché la Mente Unificata della Sinistra mondiale ha difeso calorosamente Rushdie e si è scagliata con compatto sdegno contro Wilders? Non ha diritto anche lui alla stessa libertà di espressione? E' che al tempo di Rushdie l'islam non faceva ancora paura. E, se mi è permesso esprimere liberamente la mia opinione, la difesa dei propri interessi e comodi particolari e individuali al di sopra di ogni principio è tipica in fondo in fondo di questo Pensiero, per quanto voglia spacciarsi per l'esatto opposto.
Daniela Castelli, via Web
Al direttore - Direttore, in fondo, Veltroni non se lo sente un po' pesare sulla coscienza?
Emiliano Ronzoni, via Web
Al direttore - L'ispirazione ideale a J. F. Kennedy si è tradotta per Veltroni in un parallelismo biografico: anche lui è durato poco e si discuterà a lungo se a eliminarlo sia stato un cecchino solitario oppure un complotto.
Andrea Nobili, via Web
Al direttore - Tra il suo teorema dello scorpione (D'Alema) e la tesi del suicidio assistito (Veltroni) non saprei che scegliere. Ma ci dev'essere del mistero, e buffo, in un leader del Pd che spegnendosi tenendo alta la fiamma del sogno di un cambiamento cita a comprova della sua tentata leadership il modello di opposizione, “e talvolta gli occhi”, di Enrico Berlinguer.
Luigi Amicone, Milano
Al direttore - Leggo sul Foglio alcune coerenti ma anche preoccupanti interpretazioni sulle dimissioni di Veltroni, conclusive di un percorso infelice, già la nascita è avvenuta nel peggiore dei modi, con delle primarie “ fantoccio”, peggio manovrata con l'ingresso forzoso del Tonino nazionale, travolta dalle infauste amministrazioni locali e subissata dai risultati elettorali; si ritornerà per forza di cose allo smembramento di anime e corpi; così è fatta l'italietta della politica.
Enzo Pietra, via Web
Veltroni è un bravo figliolo, che crede nel proprio stile politico slavato, nell'eterna composizione dei contrasti, nella politica come un arcobaleno, nel moralismo e nel solidarismo come Valori. Purtroppo.
Al direttore - Circa l'odierno Camurri, si rettifica quanto segue: 1) La canzone di Ronnie James Dio è “Holy Diver”, con la D. 2) Eseguire la medesima con la necessaria grazia non è impresa propriamente da pochissimo. E infine, benedetti ragazzi, se sulla parola di Dio mi andate in confusione persino voi è la fine…
Marco Gorra, via Web
Il Foglio sportivo - in corpore sano