Se Romano lascia Einaudi
Lo strano caso dello Struzzo raccontato da (pare) un protagonista
Pare che un mio libro einaudiano del 2006 sia stata una delle cause delle dimissioni di Andrea Romano da capo della saggistica Einaudi. Lo scrive La Stampa.
Pare che un mio libro einaudiano del 2006 sia stata una delle cause delle dimissioni di Andrea Romano da capo della saggistica Einaudi. Lo scrive La Stampa. Uno dei boss della casa editrice "de sinistra", ma di proprietà di Berlusconi, con un fare un po' teocon un po' sovietico ha scomunicato Romano in un'intervista a un bolso giornalista di Repubblica (non è autore Einaudi per caso), spiegando come quel libro che peraltro era laico, liberal e di sinistra sia stata un'iniziativa isolata di un editor, cioè di Andrea Romano, giammai un cambiamento di linea o un inginocchiamento di fronte alla destra che avanza. Il capetto Einaudi e il giornalista di Repubblica avrebbero potuto ricordare che all'unica presentazione pubblica di "Cambiare Regime", organizzata dal Foglio, mica da Einaudi, c'erano due importanti autori americani Einaudi, entrambi di sinistra, due editorialisti di Repubblica e il segretario dei Ds.
Noto, poi, l'acrobatica giustificazione einaudiana per non aver pubblicato il Belpoliti antiberlusconiano. No, in questo caso non è stata un'iniziativa isolata di un editor, piuttosto un'iniziativa costante, riscontrabile in banca tutti i 27 del mese.
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