La sfida al regime comunista di 303 cittadini cinesi
Perché la Cina ha rinchiuso in manicomio i dissidenti di Carta 08
In Unione Sovietica c'erano un centinaio di ospedali psichiatrici per i dissidenti, che i medici del regime avevano dichiarato “psikhiceski bolnoye”, malati di mente. Andavano nascosti sia all'opinione pubblica internazionale, sia in patria per non fare emuli. Fucilarli sarebbe stato scandaloso. Restava il manicomio.
In Unione Sovietica c'erano un centinaio di ospedali psichiatrici per i dissidenti, che i medici del regime avevano dichiarato “psikhiceski bolnoye”, malati di mente. Andavano nascosti sia all'opinione pubblica internazionale, sia in patria per non fare emuli. Fucilarli sarebbe stato scandaloso. Restava il manicomio. La Cina sta usando gli stessi metodi per i dissidenti di Carta 08, il più dirompente movimento per i diritti umani e secondo molti analisti anche il più significativo emerso fuori del Partito comunista in tutti questi decenni. Ha ottenuto oltre settemila firme di adesione, nonostante la famelica censura e la persecuzione contro molti dei più noti autori e firmatari. Per celebrare i sessant'anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, 303 cittadini cinesi (intellettuali, imprenditori, contadini, semplici cittadini) avevano lanciato questo documento Carta 08, che chiede al governo maggiore democrazia e rispetto dei diritti umani. Si richiama a “Carta ‘77”, il documento di intellettuali cechi e slovacchi che premeva sul governo dell'est europeo per il rispetto dei diritti umani. Purtroppo non ha raccolto il grido di Carta 08 il segretario di stato americano Hillary Clinton, da molti accusata di cinismo e opportunismo per i toni assunti durante la visita a Pechino.
E' tuttora incarcerato in un ospedale psichiatrico Wang Lianxi, che fu già arrestato durante la repressione contro i dimostranti pro democrazia di piazza Tienanmen, poco dopo il massacro del 4 giugno quando l'esercito ha sparato su studenti e operai. Lianxi è uno dei leader di Carta 08. Condannato a morte insieme ad altri sette dimostranti accusati di aver incendiato veicoli militari, la pena è stata commutata nell'ergastolo perché ritenuto “disabile mentale”. E' stato rilasciato nel luglio 2007. Tornato a casa, ha trovato che i genitori erano morti e la sua casa di Pechino demolita. Il gruppo Chinese Human Rigths Defenders denuncia che le autorità hanno confinato altri dissidenti “indesiderabili” in strutture psichiatriche. Anche perché la legge non definisce in modo chiaro le circostanze per sottoporre qualcuno a trattamenti medico-psichiatrici contro la sua volontà. Uno dei firmatari più in vista, l'intellettuale Liu Xiaobo, è stato arrestato e continua ad essere detenuto in un luogo sconosciuto. Hanno sottoscritto grandi docenti della scuola di diritto dell'Università di Pechino come il professor He Weifang e Zhu Suren, fratello del decano Zhu Suli. La Carta è firmata da Li Rui, già segretario di Mao Zedong, e da Bao Tong, stretto collaboratore del defunto segretario del Partito comunista Zhao Ziyang, per venti anni in carcere e poi agli arresti domiciliari per aver sostenuto le proteste del 1989. Ci sono noti attivisti come Liu Xiabo; Li Pu, intellettuale liberale che ha diretto la Xinhua News agency; Zhang Sizhi, deportato in un campo di lavoro durante la Rivoluzione culturale e oggi soprannominato “l'avvocato del popolo”, per aver difeso gli umili e i contadini vittime di soprusi del regime comunista. E' agli arresti un altro firmatario, l'avvocato Zheng Enchong, che ha difeso i diritti di 500 famiglie espropriate. Era già stato arrestato nel giugno 2003 per divulgazione di “segreti di stato” a un'organizzazione straniera, Human Rights in China. Per segreti si intendono le informazioni su uno sciopero proclamato in una fabbrica di prodotti alimentari di Shanghai.
Ding Zilin, firmataria della Carta, era professoressa di filosofia all'Università del Popolo di Pechino e membro del Partito. Aveva un unico figlio di diciassette anni, Jang Jelian, studente di liceo. Jelian partecipò attivamente, nonostante le preoccupazioni dei genitori, al movimento della Primavera. La sera del 3 giugno 1989 uscì di casa e verso le undici fu ucciso nei pressi di Piazza Tienanmen da un soldato. Fu una delle prime vittime di quella notte. Finora il gruppo di Zilin ha documentato i nomi di quasi duecento persone uccise, fornendo prove inconfutabili dai funzionari comunisti secondo i quali il massacro non è mai avvenuto. Gli altri firmatari sono controllati giorno e notte e subiscono interrogatori e minacce se osano diffondere copie di Carta 08. Il documento è scomparso da Internet dopo pochi giorni dalla pubblicazione, ma continua a girare in modo sotterraneo, come i samizdat sovietici.
La Clinton ha detto: poco importano i diritti dell'uomo, il diritto di brandire la Bibbia in pubblico e di essere madri fuori dai piani quinquennali dei ginecologi di stato, ciò che conta sono gli affari e la modernizzazione che col tempo porteranno allo svilluppo della libertà. A questa utopia, l'idea che l'ultracarnaio dell'economia cinese in piena accumulazione primitiva possa essere il preludio della libertà, hanno risposto i dissidenti di Carta 08. “Il popolo cinese ha pagato un prezzo esorbitante” scrivono gli autori. “Decine di milioni di persone hanno perso la loro vita e diverse generazioni hanno visto azzoppata in modo crudele la loro libertà, felicità e dignità umana”. I folli risultati del processo cinese di modernizzazione sono “una endemica corruzione dei quadri, un minare lo stato di diritto, mancanza di tutela dei diritti della popolazione, perdita di etica, capitalismo grossolano, polarizzazione della società fra ricchi e poveri, sfruttamento e abuso dell'ambiente naturale, dell'ambiente umano e storico, un acutizzarsi di una lunga lista di conflitti sociali, in particolare un indurimento dell'animosità fra rappresentanti ufficiali e gente ordinaria”. E i milioni di gravidanze distrutte dal potere dispotico.
Fra i valori fondamentali, Carta 08 annovera la libertà (“il fulcro dei valori umani universali”), i diritti umani (“non sono concessi benevolmente dallo stato, ogni persona nasce con specifici diritti alla dignità e alla libertà”) e l'uguaglianza (“l'integrità, dignità, libertà di ogni persona sono uguali per tutti”). Carta 08 chiede l'adozione della forma repubblicana, protezione della proprietà privata, democrazia e regole costituzionali. Il sistema della “rieducazione attraverso il lavoro” deve essere abolito. Soprattutto la Cina deve aprirsi alla libertà di religione. “Dobbiamo abolire ogni legge, regolamento, regola locale che limiti o sopprima la libertà religiosa dei cittadini”. “Possiamo davvero rendere reali gli scopi e gli ideali che il nostro popolo ha sempre cercato in modo instancabile per oltre cento anni, contribuendo a un nuovo splendente capitolo della civiltà cinese”.
Se un giorno il Papa di Roma riuscirà a visitare i milioni di cristiani cinesi sarà anche merito di questi cocciuti ribelli. Per Ding Zilin, la Carta è il pegno per cui è morto suo figlio. Dalle sue indagini è nata la “Lista di Ding”, con i nomi di gran parte delle persone uccise a Tienanmen. La più giovane aveva nove anni, la più vecchia 56. “Una persona può fare molte scelte diverse: io ho scelto di documentare la morte” dice Zilin. “Ho scavalcato montagne di cadaveri, ho galleggiato sulle lacrime delle famiglie delle vittime. La vita è sacra. Ma anche la morte è sacra. Come popolo cinese possiamo avere molti obiettivi e sogni da raggiungere, ma penso che dobbiamo porre una priorità nello stabilire un sistema morale in cui una sconsiderata noncuranza per la vita umana sia lasciata alle nostre spalle. Penso che proprio questa sarebbe la mia risposta se qualcuno mi chiedesse perché ho scelto di documentare la morte”.
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