A scuola di tè, malgrado i talebani

Giulio Meotti

Mentre nel vicino Pakistan i guerriglieri islamici hanno proibito a decine di migliaia di bambine di frequentare la scuola, in Afghanistan quest'anno un milione in più di studenti hanno appena inaugurato il nuovo anno scolastico. Nonostante le scuole chiuse con la forza, nonostante l'intimidazione delle famiglie e gli editti islamici che bandiscono la presenza femminile nelle aule scolastiche.

    Mentre nel vicino Pakistan i guerriglieri islamici hanno proibito a decine di migliaia di bambine di frequentare la scuola, in Afghanistan quest'anno un milione in più di studenti hanno appena inaugurato il nuovo anno scolastico. Nonostante le scuole chiuse con la forza, nonostante l'intimidazione delle famiglie e gli editti islamici che bandiscono la presenza femminile nelle aule scolastiche, nonostante centinaia di altri istituti siano stati distrutti dalla furia islamista, più di duemila nuove scuole sono state costruite in Afghanistan soltanto nell'ultimo anno. Un successo reso precario dalla recrudescenza talebana, ma pur sempre uno dei più grandi successi del paese. “Non c'è calamità più grande dell'impedire che i bambini frequentino la scuola”, ha detto il presidente Karzai.

    Il generale David Petraeus, comandante del Centcom, sa che il successo dei talebani passa dall'analfabetismo e dall'islamizzazione scolastica. Per questo ha affidato a Greg Mortenson, pioniere dell'alfabetizzazione, il compito di costruire scuole. E' dopo aver letto il suo libro che Petraeus si è convinto a scommettere molto sull'istruzione. Il libro di Mortenson si intitola “Tre tazze di tè” e Petraeus ha spedito all'autore le tre note principali che aveva ricavato dalla lettura: “Costruire relazioni, avere rispetto e ascoltare la gente”. Il libro Petraeus lo ha anche portato nelle accademie militari. Mortenson oggi tiene discorsi al Pentagono, al Dipartimento della difesa e al Dipartimento di stato.
    Mortenson, che vive fra l'Asia e lo stato americano del Montana, è uno scalatore che nel 1993, dopo un tentativo di ascesa del K2, arrivò debilitato a Korphe, un povero villaggio pachistano dove i bambini facevano scuola all'aperto e al freddo.

    Greg promise ai contadini che si sarebbe sdebitato costruendo una scuola. Al ritorno negli Stati Uniti fece di tutto per risparmiare il più possibile. In sedici anni, da allora, ha costruito 78 scuole per un totale di 28 mila studenti e soprattutto 18 mila femmine. E questo lavoro continua a farlo tramite il Central Asia institute. Riceve soltanto donazioni private. Il montanaro Mortenson, noto come “Dottor Greg”, viene da una famiglia di missionari, il padre Irvin era il fondatore dell'ospedale Centro Medico Cristiano del Kilimangiaro e la madre Jerene ha fondato la Scuola Internazionale Moshi. E' rispettato da Petraeus perché viene dall'esercito, è stato un ufficiale medico dal 1977 al 1979 in Germania, durante la Guerra Fredda, e fu premiato con il riconoscimento della medaglia al valore.

    Premiato quest'anno con la “Sitara-e-Pakistan”, la più alta onoreficenza civile, nel 1996 Mortenson è riuscito a sfuggire alle tribù del Pakistan dopo otto giorni di prigionia e sette anni dopo è scampato a uno scontro a fuoco tra i signori della guerra che tiranneggiano l'Afghanistan, nascondendosi in un camion sotto le carcasse di animali dirette a una fabbrica di pellami. E' riuscito a sopravvivere alle fatwa dei mullah islamici che dopo l'11 settembre lo hanno bandito per la scolarizzazione dei bambini musulmani. Lui, il Dr. Greg, oggi recluta come insegnanti ex talebani e incontra gli imam che ne hanno abbastanza dei tagliagole.

    Mortenson per le comunità afgane è un eroe vivente. Al Neuharth, fondatore di Usa Today, dice di lui: “Greg non si limita a scalare le montagne, riesce a spostarle, ha cambiato la vita di migliaia di bambini che vivono in regioni disastrate”. Un giorno Haji Ali, capo del villaggio di Korphe, avvicinò Mortenson mentre stava costruendo la scuola. “Se vuoi lavorare qui, devi bere tè. La prima volta che bevi un tè con uno di noi sei uno straniero; la seconda, un ospite onorato; la terza, sei parte della famiglia”. E' questa la lezione che Petraeus ha appreso da Mortenson. Stare con la popolazione, ascoltarla, proteggerla. Quando i talebani entrano in un villaggio, sparano a chi ha salutato gli americani. E distruggono la scuola. Mortenson si è promesso di ricostruirla. “Una scuola alla volta”. Quando venne rovesciato il regime talebano, 800 mila bambini andavano a scuola. Oggi sono otto milioni.

    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.