Calce e martello

Perché è incostituzionale non consentire allo stato di liberalizzare il premio cubatura

Francesco Forte

La tesi adottata dal segretario del Pd, Dario Franceschini, per sostenere l'incostituzionalità di un decreto legge sul premio cubatura – secondo la quale un qualsiasi decreto legge in materia edilizia sarebbe incostituzionale – mi pare infondata. Essa si basa sulla confusione fra la competenza urbanistica, la proprietà edilizia e la tutela dei beni culturali, anch'essa statale.

    La tesi adottata dal segretario del Pd, Dario Franceschini, per sostenere l'incostituzionalità di un decreto legge sul premio cubatura – secondo la quale un qualsiasi decreto legge in materia edilizia sarebbe incostituzionale – mi pare infondata. Essa si basa sulla confusione fra la competenza urbanistica – che è delle regioni – la proprietà edilizia – che per la parte sovrastante il suolo è secondo la legge vigente dello stato, seppure in concessione a terzi –  e la tutela dei beni culturali, anch'essa statale.

    Le licenze edilizie non sono “autorizzazioni” al proprietario del terreno per costruirvi in base a un suo diritto, ma “concessioni” del diritto di superficie al proprietario che gli permettono di utilizzarlo per la costruzione. Le concessioni sono gestite dalle regioni, ma queste ultime non sono proprietarie del diritto di superficie che appartiene, invece, allo stato. Il diritto di proprietà, secondo l'articolo 42 della  Costituzione, può essere limitato per la sua funzione sociale soltanto dallo stato. Esso può espropriarlo con equo indennizzo per fini di pubblico interesse. Le regioni hanno un potere urbanistico, nonché tutti i poteri negli ambiti residuali non attribuiti esplicitamente allo stato e a all'Unione europea. Pertanto le regole sull'assetto del territorio, che sono di loro competenza, non possono limitare i diritti di proprietà in modo espropriativo, essendo questo un potere dello stato che è anche titolare del diritto di edificare.

    Quanto ai beni culturali immobiliari, i vincoli a essi apposti sono di competenza dello stato e vengono stabiliti e modificati in relazione alle esigenze di tutela di importanti valori storici e artistici. La tutela è esercitata dalle sovrintendenze del ministero dei Beni e delle attività culturali, il quale concede le autorizzazioni e a volte obbliga i proprietari alla tutela assistendoli finanziariamente. La tutela di immobili vincolati a cura dei proprietari è incentivata con norme fiscali di  favore che riguardano le imposte  statali e anche l'Ici. Questa è una imposta dei comuni, regolata dallo stato perché esso solo può fare leggi tributarie.

    In questo quadro si inserisce correttamente la nuova norma sull'edilizia. La possibilità di costruire nuove cubature previa autocertificazione, in deroga alla concessione edilizia, è una deregolamentazione della proprietà edilizia che rientra nei poteri dello stato sul diritto di proprietà in genere (articolo 42 della Costituzione) e sul diritto di superficie degli immobili, che lo stato si è auto attribuito. Anche il silenzio assenso per le autorizzazioni delle sovrintendenze del ministero per gli immobili vincolati rientra nelle competenze statali.

    Consentire aumenti di cubature per immobili che rientrano nei piani urbanistici è compito dello stato che possiede il diritto di superficie sugli immobili e ora ne fa una parziale liberalizzazione. L'attentato alla Costituzione consiste nella tesi opposta, quella per cui le regioni si opporrebbero alla ri-espansione del diritto di proprietà per gli edifici decisa dallo stato in base all'articolo 42 della Costituzione. Credo che il senso politico ed economico di questo ragionamento sia palese. Di qua l'economia di mercato, di là il dirigismo.