Datemi una leva e vi solleverò il mercato

Francesco Forte

Occorre ricostruire la leva delle istituzioni finanziarie per non far morire i mercati, ha scritto sul Corriere della Sera di ieri l'editorialista Francesco Giavazzi, facendo riferimento anche alle azioni concertate di Casa Bianca e Fed. In particolare il piano di Timothy Geithner è, come spiegato nei giorni scorsi da Luigi Zingales sul Sole 24 Ore, un piano probabilmente efficace che però concede benefici a banchieri e operatori finanziari.

    Occorre ricostruire la leva delle istituzioni finanziarie per non far morire i mercati, ha scritto sul Corriere della Sera di ieri l'editorialista Francesco Giavazzi, facendo riferimento anche alle azioni concertate di Casa Bianca e Fed. In particolare il piano di Timothy Geithner è, come spiegato nei giorni scorsi da Luigi Zingales sul Sole 24 Ore, un piano probabilmente efficace che però concede benefici a banchieri e operatori finanziari, e attribuisce oneri al contribuente tramite il pagamento di imposte o attraverso l'inflazione. E' un piano discrezionale, privo di regole, neomercantilistico, che si presta a ogni sorta di imbrogli legalizzati. Detto questo, certamente funzionerà nel senso di ridare fiato alla Borsa, alle banche, agli intermediari finanziari, ma con un capitalismo sporco che niente ha a che fare con i principi liberali e neanche con i principi sociali.

    Il piano è il seguente. Con i 100 miliardi residui del piano Paulson – che era un onesto piano di acquisto di titoli tossici mediante un'asta al ribasso e non è stato attuato – si finanziano degli hedge fund che hanno la seguente caratteristica. Il 14 per cento del fondo è la quota proprietaria: il 7 per cento lo mette il privato, il 7 per cento il contribuente; quindi per ogni dollaro del privato c'è un dollaro del contribuente. Il restante 86 per cento è finanziato mediante obbligazioni che saranno acquistate dalla Federal Reserve. Da ciò deriva che un titolo spazzatura composito che renda pure l'1 per cento potrà risultare redditizio per i titolari del fondo che ci mettono soltanto il 7 per cento e ottengono guadagni dello 0,5 per cento sul restante 86 per cento. Inoltre il fondo si presta a un imbroglio legalizzato, in quanto le banche possono decidere di costituire, mediante terzi, fondi ai quali vendono una parte dei propri titoli spazzatura. Il prezzo al quale i titoli vengono comprati determina il valore di mercato dei titoli in questione. Il portafoglio residuo potrà essere valutato con la tecnica mark-to-market, al prezzo così creato in modo fittizio. Infine è abbastanza evidente che combinando insieme titoli tossici che valgono zero con titoli che valgono il 2 per cento si ottiene un pacchetto di titoli che vale l'1 per cento. Così forse si riuscirà anche a far salire il valore dei titoli tossici, indubbiamente liberando il mercato da molti di essi.

    Geithner, oltre alla fiducia di Obama, ha  anche la fiducia di un altro mondo, quello dei poteri reali. Rinvio per questo aspetto a due testi. Il “Trattato di sociologia generale” di Vilfredo Pareto, nel quale si spiega che le sinistre si alleano con i banchieri, che il sociologo ed economista italiano chiamava “speculatori”, intendendo con questo termine gli imprenditori bancari che si assumono un rischio. E “Le élite del potere” di Charles Wright Mills, sociologo americano che spiegò che l'élite politica vera risiede nelle banche e nei grandi poteri economici. Mills era di estrema sinistra. Tuttavia, come Pareto, diceva una parte importante di verità. Che oggi verifichiamo. L'economia potrà riprendersi perché si riprende questo capitalismo, non l'economia di mercato, concetto del tutto diverso al quale si riferiscono economisti, pur con opposte teorie, come Luigi Einaudi, Walter Eucken e Wilhelm Röpke, ma anche John Maynard Keynes.