La Consulta crea lo stato etico

Gianni Baget Bozzo

Gentile presidente Fini, l'intervento della Consulta sulla legge che regolamenta la procreazione assistita pone un problema che riguarda la forma politica della Repubblica. Il popolo e il Parlamento hanno dibattuto a lungo sullo statuto umano dell'embrione con divisioni anche dolorose. Non si dà altro soggetto che possa decidere legittimamente sullo statuto dell'embrione e su quello del malato terminale se non la democrazia.

    Gentile presidente Fini, l'intervento della Consulta sulla legge che regolamenta la procreazione assistita pone un problema che riguarda la forma politica della Repubblica. Il popolo e il Parlamento hanno dibattuto a lungo sullo statuto umano dell'embrione con divisioni anche dolorose. Non si dà altro soggetto che possa decidere legittimamente sullo statuto dell'embrione e su quello del malato terminale se non la democrazia. Il principio che è la società civile a decidere è alla base della politica moderna come superamento delle guerre di religione.

    La legittimità è il principio razionale del consenso. E questo principio vale anche per i cattolici, che hanno accettato la democrazia nella libertà come forma della legittimità politica anche oltre l'identità religiosa. Ma che una magistratura abbia l'ultima parola mette in dubbio che la Repubblica sia una democrazia o non piuttosto un governo delle istituzioni sulla democrazia. E il governo dei giudici non può che fondarsi sul principio dello stato etico. Ciò era implicito nella redazione stessa della Costituzione, in cui ebbero tanta parte i cattolici di sinistra guidati da Giuseppe Dossetti per i quali bisognava combattere il concetto di sovranità popolare e dare alla democrazia una forma che nascesse non dal libero consenso, ma dalla Costituzione.

    La prima parte della Costituzione è la forma etica della Repubblica. I diritti nascono da un atto della Repubblica e non preesistono idealmente alla formazione dello stato come a un tempo fondamento e limite di esso. Il braccio dello stato etico sulla democrazia non può essere che il governo dei giudici. E in Italia la fine dei partiti democratici occidentali nel 1992 ha reso inevitabile il crescere, attorno al potere dei procuratori della Repubblica, dei poteri neutri, dal Quirinale alla Corte costituzionale, come decisori sulla democrazia.

    I cattolici di sinistra dossettiani non vengono dal filone di Romolo Murri né da quello di Luigi Sturzo, vengono dall'influenza che la crisi degli anni Trenta suscitò nel mondo cattolico, facendo pensare che la democrazia liberale si esaurisse con la crisi del capitalismo e che il fascismo avesse indovinato la forma dello stato come solutore dei conflitti. Se vi è un'enciclica papale in cui possa trovare fondamento quella corrente del cattolicesimo, questa è la Quadragesimo Anno di Pio XI, che è infatti una discussione con il corporativismo dello stato fascista.
    L'idea dunque che lo stato fosse una forma superiore alla democrazia, variante politica nata con il capitalismo, e che uno stato etico dovesse regolare la vita democratica abolendo il concetto di sovranità popolare, è caratteristica dei cattolici degli anni Trenta raccolti attorno all'Università Cattolica di Milano. La linea della sinistra dossettiana è una linea antimoderna, tende al superamento del moderno e non al rapporto con esso. E' un aggiornamento del filone reazionario e non di quello liberale del pensiero cattolico. Né Taparelli né Rosmini sono tra i loro maestri.

    Gli articoli della Costituzione che non sono relativi all'organizzazione dello stato indicano la forma etica della democrazia e rappresentano una figura ideologica entro cui i comunisti hanno potuto trovare il loro spazio politico oltre la democrazia. Con la fine della Democrazia cristiana, che in quanto partito degasperiano e occidentale non rispettava la linea dossettiana, l'implicito carattere etico dello stato, presente nella Costituzione, giunge al suo vertice. E la lotta politica in Italia si riconfigura come alternativa tra la democrazia e il governo delle istituzioni sulla democrazia. Che questa linea abbia una dimensione anticattolica appare ora nel fatto che la Consulta cassa il punto fondamentale della legge 40, cioè una limitazione alla produzione di embrioni umani. Le istituzioni divengono così un limite alla democrazia, una riduzione del suo potere di affrontare decisioni ultime sulla base dell'unica legittimità possibile: quella del consenso popolare. La causa della Chiesa cattolica e quella della democrazia sono in certi casi una causa sola, e questa vicenda della legge 40 lo dimostra.