La sharia distrugge diritti, è vero, ma l'aborto occidentale?
Sono d'accordo nel considerare universalisticamente i problemi posti dalla sharia islamica, senza concessioni ambigue. Ma vorrei che l'occidente, nel fare questo, considerasse seriamente anche la legge dell'aborto seriale e moralmente indifferente.
Al direttore - Mentre in occidente si discute se il burqa debba essere considerato un simbolo di libertà femminile alternativa a quella che conosciamo, nei giorni scorsi i media hanno mandato in onda scenette di ordinaria vita quotidiana islamica. Dalle donne afghane prese a sassate da connazionali maschi perché protestavano contro la legge che legalizzava lo stupro in famiglia, alla fustigazione pubblica di una giovane donna pachistana “rea” di essere stata vista a chiacchierare con un uomo che non era suo marito, per finire con la fucilazione in Pakistan di due presunti giovani amanti. Ciò che per ignoranza o accecamento ideologico gli infatuati del multiculturalismo non riescono a ficcarsi in testa è che la sharia, cioè il complesso degli ordinamenti giuridici dell'islam, è desunta dal Corano. Quindi intoccabile, e soprattutto sprezzante del principio di laicità occidentalmente inteso e dei diritti umani incentrati sulla Magna Charta dell'Onu. Bisogna capire una volta per tutte che il refrain dell'equipollenza di tutte religioni e culture, è una panzana inventata da chi vuole distruggere la civiltà occidentale.
Gianni Toffali, Verona
Sono d'accordo nel considerare universalisticamente i problemi posti dalla sharia islamica, senza concessioni ambigue. Ma vorrei che l'occidente, nel fare questo, considerasse seriamente anche la legge dell'aborto seriale e moralmente indifferente, che produce un numero di morti molto superiore, che produce ipocrisia, silenzio, selezione della razza e del genere (in Asia, con la strage delle bambine non volute).
Il Foglio sportivo - in corpore sano