Analisi

Sogno americano

Francesco Forte

Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, sta adottando la strategia del carciofo. Una foglia per volta, proprio come il Conte di Cavour aveva programmato di fare per arrivare all'unificazione nazionale, partendo dal Piemonte. L'obiettivo è quello di costituire un gruppo da 6 milioni di vetture, diversificato nei mercati, fondato su una base tecnologica unitaria.

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    Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, sta adottando la strategia del carciofo. Una foglia per volta, proprio come il Conte di Cavour aveva programmato di fare per arrivare all'unificazione nazionale, partendo dal Piemonte. L'obiettivo è quello di costituire un gruppo da 6 milioni di vetture, diversificato nei mercati, fondato su una base tecnologica unitaria, onde fruire di economie di scala e sinergie nelle vetture a basso consumo, con costo finanziario zero. Il tutto usufruendo di fondi pubblici in cambio di due risorse: il know how tecnologico nel campo delle vetture a basso consumo e una buona équipe manageriale che ha già operato ristrutturazioni e ha caratteristiche multinazionali. Del team che si sta occupando dell'accordo Fiat-Chrysler, accanto a Marchionne, fanno parte Alfredo Altavilla, dal 1990 nel gruppo Fiat, responsabile per le alleanze industriali del settore automobilistico e ad di Powertrain, e due tecnici tedeschi ex Volkswagen, fra i 45 e i 50 anni, al Lingotto dal 2004. Stefan Ketter, responsabile della produzione del gruppo Fiat e ad di Maserati e Abarth, e Harald Wester, responsabile delle tecnologie dei modelli. Il team è completato da Gianni Coda, a Torino da 30 anni, ad di Fiat Group Purchasing, che gestisce gli acquisti mondiali di componenti del gruppo.

    Ciò che Marchionne offre è, mutatis mutandis, un team simile a quello politico-militare-culturale creato da Cavour quando iniziò la sua grande operazione dal piccolo Piemonte. Compresa la Contessa Castiglione, cui, senza offesa, si può paragonare Alfredo Altavilla, detto “l'americano” perché frequenta i piani alti del Tesoro a Washington. Noto per inciso per il ministro Mariastella Gelmini che Altavilla si è laureato in Economia all'Università di Taranto, per poi fare in Fiat quella carriera che lo ha portato a discutere con Rick Wagoner i problemi multinazionali dell'auto e a gestire con efficienza Powertrain, che produce 3 milioni di motori per auto venduti in tutto il mondo. Le Università di provincia servono, eccome.

    La prima foglia di carciofo, l'integrazione di Chrysler con Fiat, porterà il gruppo a produrre 4 milioni di vetture. Questa è l'integrazione ideale. Chrysler ha bisogno di Powertrain, la divisione che ha sviluppato Multiair, il nuovo motore per bassi consumi ibridi, mentre Fiat ha bisogno di Jeep, ovvero delle tecnologie e della rete di vendita dei veicoli con quattro ruote motrici, magari da integrare con Cnh, la controllata del gruppo Fiat che produce macchine agricole e per le costruzioni. Senza doppioni quindi. La foglia tedesca del carciofo, Opel, è più spina che polpa. Vauxhall, l'Opel inglese, è una foglia che non ha la spina degli stabilimenti che duplicano con quelli Fiat. Ma Marchionne ha anche altre foglie di carciofo di cui discutere, con l'ex socio Gm.