I primi 100 giorni di Michelle, first lady e molto in chief
Aveva esordito definendosi mom-in-chief. I suoi primi cento giorni, invece, la incoronano first lady, che più first lady non si può. Il suo attivismo politico, a sostegno degli ‘stimulus' del marito, delle sue politiche e della sua immagine, hanno stupito chi aveva interpretato quel “mom in chief” come un modo per dire: mi occuperò di donne, di bambini, a partire dalle mie due figlie, quindi non aspettatevi grandi cose.
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Aveva esordito definendosi mom-in-chief. I suoi primi cento giorni, invece, la incoronano first lady, che più first lady non si può.
Il suo attivismo politico, a sostegno degli ‘stimulus' del marito, delle sue politiche e della sua immagine, hanno stupito chi aveva interpretato quel “mom in chief” come un modo per dire: mi occuperò di donne, di bambini, a partire dalle mie due figlie, quindi non aspettatevi grandi cose. Alla prima uscita pubblica, in una scuola, ha detto di essere il frutto della scuola pubblica (quella di Chicago), e che lo stimulus di suo marito avrebbe sicuramente aiutato tanti bambini a ricevere un'istruzione adeguata (Il Chicago Tribune notò che era frutto anche delle università di legge più private del paese, come Harvard e Princeton, ma in quel discorso da vera democratica non sarebbe stato bene citarle).
Insomma Michelle è già entrata nell'immaginario collettivo come la moglie nera del primo presidente nero, che ha sposato nel '92, lei che ha 45 anni ma mostra le sue braccia tornite in tubini colorati, smanicati e a scollo tondo. Qui, interessantissima carrellata dello stile di una ragazza di Chicago che diventa icona di stile (?).
E' stata la first lady incoronata da una copertina di Vogue come “The most transformative first lady in history” (servizio con foto di Annie Leibovitz, ma abiti anche da magazzini generali o neostilisti ancora da affermarsi nel jet set, mischiati a quelli comprati su internet. I paragoni a Jackie Kennedy si sono sprecati e suonavano vagamente eccessivi, avevamo ricordato anche noi, qui. E poi rileggersi Lo sfizio di Michelle, prego).
E' la mom in chief con cane chiamato Bo fotografata in abito da principessa bianco la sera del ballo presidenziale, in soprabito nero a fiori viola e ciglia finte nel suo viaggio europeo (in cui si è permessa di abbracciare queen Elizabeth), con guanti e zappetta mentre sistema la terra del suo orto bio.
Nei sondaggi pare abbia già sorpassato e non di poco il marito (67% di gradimento a 54). Mentre lei interviene e sostiene e stimola e appoggia il marito, sua madre la suocera in chief vigila sulla Casa bianca e le nipotine, mentre c'è la tradizionale caccia all'uovo di Pasqua in giardino, e il cerchio si chiude (qui, intervista di Michelle e mamma per una rivista nero oriented, grazie a Valentina).
In realtà era chiaro da subito che mom in chief non aveva alcuna intenzione di rimanere in casa (per quanto bianca) a preparare torte. E infatti.
La vedremo ancora spesso, con quelle braccia sgraziate in mostra, a elargire consigli, suggerimenti e appoggi. Iniziative da first lady, e forse anche di più.
(Qui, anche la BBC si occupa dei suoi cento giorni, invece che di quelli di Obama)
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