Ecco le tre grandi questioni della politica energetica in Italia
Con quali priorità dovrà misurarsi Stefano Saglia, neo sottosegretario allo Sviluppo economico? Se gli verranno effettivamente assegnate le deleghe all'energia – tema che segue con continuità da tempi non sospetti – troverà sulla sua scrivania almeno tre grandi questioni.
Con quali priorità dovrà misurarsi Stefano Saglia, neo sottosegretario allo Sviluppo economico? Se gli verranno effettivamente assegnate le deleghe all'energia – tema che segue con continuità da tempi non sospetti – troverà sulla sua scrivania almeno tre grandi questioni.
La prima è il rilancio del nucleare, che sicuramente rappresenta uno degli obiettivi più ambiziosi tra quelli fissati dal governo. Se il patto Italia-Francia ha disegnato i contorni dell'atomo italiano, restano ancora da definire tutti gli aspetti normativi e regolatori relativi al licencing, l'esercizio e lo smantellamento degli impianti. Si tratta di un compito estremamente impegnativo, che richiede un'attenzione particolare da un lato al rispetto delle best practice internazionali, dall'altro alle peculiarità italiane, dall'altro ancora alla creazione di un consenso politico a livello nazionale e locale.
Strettamente intrecciata al nucleare è la riforma della borsa elettrica e, in generale, il completamento delle liberalizzazioni. La nuova architettura dei mercati dovrà essere tale da rispettare le direttive europee, e contemporaneamente garantire coerenza con gli orientamenti di politica energetica del paese. Non sempre le due cose coincidono.
Non coincidono, per esempio, ed è il terzo tema, nel caso delle politiche climatiche. L'Europa spinge per una rapida riduzione delle emissioni e una fortissima incentivazioni delle rinnovabili. L'Italia è perplessa. Sulle emissioni, si sente penalizzata dai metodi scelti dalla Commissione e ritiene che non sia stato adeguatamente considerato il fatto che il nostro paese è già molto efficiente nell'uso dell'energia, e dunque ha costi marginali di abbattimento della CO2 più alti. Sulle rinnovabili, il timore è che esse vadano a incidere negativamente su un costo medio dell'energia superiore a quello degli altri paesi europei, mettendo a repentaglio la nostra competitività.
Nel momento in cui si muoverà su questo terreno, Saglia ha una serie di vantaggi comparati, rispetto a chiunque se ne sia occupato negli ultimi anni. In primo luogo è competente. Sebbene abbia finora presieduto la Commissione Lavoro della Camera, l'energia è stata al centro della sua attività parlamentare fin dalla prima elezione. Ed è proprio sulla competenza che ha costruito una buona rete di relazioni sia con gli attori dei mercato (produttori, venditori e consumatori di energia) sia con gli esponenti dell'opposizione. Grazie a ciò, si è spesso trovato nella condizione di esprimere tesi non scontate e non facili, comprese quelle sul nucleare e il clima, senza cadere nella tentazione della faciloneria.
E' presto per dire se e quanto Saglia riuscirà a dare un profilo alto alla nostra politica energetica. In mano ha delle buone carte: ora sta a lui giocarsele.
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