Mettiamoci il dito/5

Il Malinconico Grottesco

Stefano Di Michele

Berlusconi ha tutto a favore, tranne se stesso. Si possono avere i miliardi, il potere e persino i capelli – e mancare lo stesso di misura, di senso dell'opportunità, di gusto. La grottesca e insieme terrificante vicenda di queste ore, il “ciarpame” che si ammassa e trabocca dalle cronache, chissà se lascerà un segno o se in fondo non è nient'altro che parte di quella strana grazia che lo rende così popolare presso gli italiani.

    Berlusconi ha tutto a favore, tranne se stesso. Si possono avere i miliardi, il potere e persino i capelli – e mancare lo stesso di misura, di senso dell'opportunità, di gusto. La grottesca e insieme terrificante – esteticamente per chi legge i giornali, umanamente per sua moglie Veronica – vicenda di queste ore (non si sa neanche come chiamarla, una roba del genere, sospesa tra candidature europee e feste di compleanno nel napoletano), il “ciarpame” che si ammassa e trabocca dalle cronache, chissà se lascerà un segno o se in fondo non è nient'altro che parte di quella strana (e incomprensibile, per molti) grazia che lo rende così popolare presso gli italiani. Ma non è questa la cosa importante – e probabilmente, tra i bar e le curve degli stadi il gradimento per il premier salirà ancora: di reality (televisivo) in reality (politico), ci stiamo spogliando di ogni senso della discrezione. Certo, non è obbligatorio averlo, ma siccome non è neanche obbligatorio fare il capo di governo, uno avrebbe il dovere di farselo venire, casomai ne fosse sprovvisto di suo.

    Veronica (detta “la signora” dal consorte: che finezza!) ha fatto bene due anni fa e ha fatto benissimo adesso. Il conflitto d'interessi tra l'uomo e il leader – un antipatizzante direbbe tra il crocerista e lo statista – ormai deborda e pare fuori controllo. Che possa essere strategia studiata a tavolino (se fosse, complimenti agli strateghi) o incontenibile esuberanza presidenziale (mutata in imperiale da Veronica, così che l'ombra di una qualche satrapia cala tra imbarazzati silenzi e sghignazzi plaudenti) – può essere fastidiosa per chi la osserva, ma di sicuro è umiliante per chi la subisce. Siccome Berlusconi non è solo presidente ma pure leader, non solo leader ma pure capo, la canea volgare contro sua moglie scatenata proprio nel sito del suo partito dovrebbe far capire che (sondaggi o non sondaggi: lì siamo sempre all'antica storia del conoscere il prezzo di tutto e il valore di niente) una linea che non doveva essere oltrepassata è stata superata. Avendo fatto molto per il paese, come sempre ama ricordarci, Berlusconi dovrebbe provare a fare finalmente qualcosa per sé.

    Quantomeno ricordare che la sua tanto ostentata, infinita fascinazione ha qualcosa a che vedere con una vecchia considerazione di Charlie Chaplin (regista, ma non nel ramo fiction): “Il successo rende simpatici” – certo non meno del potere. Questa storia così ricca di risate triviali e così malinconica è, in fondo, tutta a carico di Veronica. E lei (almeno lei) aveva (e ha) il diritto di reagire come meglio crede. Berlusconi ha replicato come meglio (cioè, come peggio) poteva: “Ha creduto a quello che hanno messo in giro i giornali”. Praticamente, una vignetta già pronta per la prossima puntata di Annozero.