C'è un Cav. oltreoceano

In Sudamerica non vince sempre il populismo de sinistra

Simona Verrazzo

Origini italiane, conservatore, imprenditore ricco ed eclettico: Ricardo Martinelli è il nuovo presidente del Panama, il “paese del Canale”. Il piccolo stato del centro America lo ha eletto con il 61 per cento dei consensi.

    Origini italiane, conservatore, imprenditore ricco ed eclettico: Ricardo Martinelli è il nuovo presidente del Panama, il “paese del Canale”. Il piccolo stato del centro America lo ha eletto con il 61 per cento dei consensi, confermando che la politica latinoamericana non sempre segue il populismo di sinistra del venezuelano Hugo Chávez.

    Ricardo Martinelli, che guidava la coalizione panamenista di destra Alleanza per il cambiamento (Ac), assumerà l'incarico il prossimo 1° luglio, subentrando all'uscente Martin Torrijos, del Partito rivoluzionario democratico (Prd). In Panama il mandato presidenziale ha la durata di cinque anni e non è rinnovabile. In calo di consensi per l'arretratezza del sistema sanitario, scolastico e dei trasporti, con il 40 per cento della popolazione che vive sotto la soglia di povertà e l'anno fiscale 2007-2008 che ha registrato 14.702 passaggi nel Canale (il 12,9 per cento in meno del periodo precedente), il Prd ha tentato la carta della candidata donna, ma non ha funzionato. Balbina Herrera si è arrestata al 37 per cento dei consensi.

    Martinelli incarna perfettamente il sogno americano. Figlio di immigrati italiani arrivati dalla provincia di Lucca, il neopresidente ha studiato negli Stati Uniti: prima all'Accademia militare di Staunton, in Virginia, poi all'Università dell'Arkansas, dove ha frequentato un master in Business administration.
    Terminata la formazione scolastica si butta negli affari e arriva a creare la Súper 99, la più grande impresa privata del paese. Fiore all'occhiello è la grande distribuzione, con i Supermercados 99. C'è poi l'industria terziaria con la Plastigol e il settore immobiliare con la ERA Panama. Di entrambe le sigle Marinelli è presidente. I suoi interessi spaziano anche nel settore bancario e in quello delle telecomunicazioni: siede nei consigli direttivi della Global Bank e della Televisora Nacional de Panamá. Ora che è presidente il suo obiettivo è risollevare la nazione. “Non possiamo continuare ad avere un paese con il 40 per cento dei panamensi che sono poveri”, ha detto domenica sera dopo l'annuncio della vittoria. La popolazione stavolta sembra credergli, a differenza del 2004, quando il tycoon si fermò soltanto al 5 per cento dei consensi.

    In politica la sua esperienza più importante è stata, dal 1999 al 2003, a capo dell'Ufficio centrale per il Canale di Panama all'interno dell'omonimo ministero. Periodo cruciale, perché il 2000 è stato l'anno che ha segnato la fine dell'“affitto” del Canale agli Stati Uniti. Adesso arriva la parte più difficile, perché Martinelli è il presidente che traghetterà Panama fino al 2014, quando è previsto il termine dei lavori di ampliamento del Canale, impresa per cui è stata stanziata una spesa di 5,2 miliardi di dollari.